giovedì

MISS NEBRASKA, LA VITA, IL PICNIC.

Silvia ha compiuto gli anni, con Marco, il suo compagno, hanno organizzato un pic-nic e succede che  un invito a un compleanno all'aperto può rivelarsi più significativo del previsto.
Oggi mio marito è particolarmente su di giri, ha avuto una settimana piena, tra spostamenti, fiere e riunioni interminabili e appena ha potuto, è corso da me per il week end. Quando torna nella nostra casa romana, i primi minuti è sempre sopraffatto dalla nostalgia e cerca subito di riappropriarsi degli spazi, sull'uscio dice ad alta voce <ciao casa!>, poi  appoggia la valigia al corridoio, butta la giacca su divano, si toglie le scarpe in camera da letto e osserva se ci sono novità o cambiamenti, lo fa ogni volta, è il suo rito personale. 

<Regalino? Preso! Bottiglia di vino? Presa! >… Ok non ci resta che raggiungerli a Villa Celimontana, un rigogliosissimo parco pubblico adiacente al Colosseo. E' mezzogiorno ed è una bella giornata di fine inverno.
Per me ed Edu è eccitante stare in macchina, con i finestrini abbassati, maniche di camicia arrotolate, ascoltando rock per le strade di Roma; mentre guido,  con la mano destra batto il tempo sul  suo ginocchio: per noi che viviamo spesso a distanza, questi sono momenti preziosi, momenti da ricordare.
Parcheggiata la vecchia Ka sotto le mura della villa, mentre andiamo verso l'entrata, Edu si ferma e si guarda in torno, <Ogni volta rimango sorpreso di quanto può essere bella questa città>.
Poi rileggiamo l'sms,  come entrate, prendete il viale a destra, tanto ci vedete , l'atmosfera all'interno  del parco è la tipica atmosfera domenicale, un gruppo di pensionati fa yoga, il classico venditore di palloncini, bambini che corrono, genitori che li chiamano, adolescenti che pomiciano e giù in fondo, tra  gli alberi di Leccio e quelli di Alloro, scorgiamo un tavolo apribile con bottiglie di vino e contenitori di alluminio, poco distante teli e plaid colorati, mi ricordano un quadro di Mondrian, dove sopra sono sdraiati in pose più o meno plastiche i nostri amici.


I saluti e gli abbracci sono veri, caldi e sentiti, gli auguri a Silvia pure.
Il tempo passa così, tranquillo con i tempi giusti, un po’ alla volta arrivano gli altri e le chiacchiere si fanno sempre più fitte e varie, si formano gruppetti, poi si disfano e se ne formano altri,  tutti noi abbiamo l'urgenza di comunicare, di scambiarci affetto, di preoccuparci e prenderci cura, tra una risata e un piantarello, gli uni degli altri. Non è un periodo facile, la crisi c'è e bene o male, ci ha investito tutti, ma c'e' anche la volontà di superarla.
Sara è di nuovo incinta e visto il risultato del precedente, spero che ne faccia almeno altri venti; Elisa e Yari hanno aperto un mutuo e si stanno comprando una casa, dove amarsi e invecchiare; Piero e Giulio sono tornati da pochi giorni dall'Australia con Penelope, la loro bambina avuta con una gravidanza surrogata, una signora ci ha messo l'ovulo, un'altra l'utero e loro a vederli dai sorrisi e dalla delicatezza con cui la proteggono, ci stanno mettendo tutto l'amore del mondo, Paola invece, dopo un matrimonio concluso, cerca di prenderla alla leggera, e con il suo nuovo compagno, vivono separati e per vedersi si danno gli appuntamenti e percependo quanto lui sia innamorato, la strategia è vincente.  Silvia e Marco ci hanno fatto proprio un bel regalo. Edu in tutto questo è felice, ride, beve e fa battute, è il suo modo per esorcizzare questa sottile commozione che è nell'aria, felici e commossi in fondo lo  siamo un po’  tutti, è una condizione momentanea, ma ormai è in circolo e ce la godiamo. 


Tra poche ore Edu riparte per Dublino, lo accompagnerò all'aeroporto come sempre e come sempre ci baceremo simulando leggerezza, e come sempre tornando in macchina mi farò un rapido calcolo di quanti giorni passeranno primo che lo riabbracci di nuovo, prima che risenta il suo respiro sul mio collo.


Vengo attraversato da  un pensiero semplice, stupido, uno di quei pensieri che potrebbe formulare una Miss Nebraska qualsiasi, alla domanda formulata dalla giuria di Miss  America... < Miss Nebraska, secondo lei, come va vissuta la vita ?>  … < La vita, per me va vissuta come se fosse un picnic, un lungo pranzo all'aperto dove saziarsi per poi sdraiarsi su un plaid, chiudere gli occhi e percepire il sole che piano piano tramonta.>
Ecco, davanti alla caducità dell' esistenza; Guerre, violenze e arroganze perdono completamente di significato. 
Dovremmo pensare più spesso a quell'ultimo giorno che ci attende, quando girando la testa daremo un'ultima occhiata con  la rassicurante consapevolezza che tutto finisce e quel vissuto che abbiamo condiviso appartiene solo a noi e alle persone che lasciamo, appartiene a noi e al ricordo di quelli che ci hanno lasciato. 
Non so se c'è un aldilà, trovo buffo pensare che il nostro scopo sia solo quello di riprodurci e trovo strano che un Dio abbia dato delle linee guida a volte così classiste e violente…Io davanti a tutte queste supposizioni, dubbi, davanti a queste domande con tantissime risposte possibili, io voglio darmi la stessa risposta semplice e stupida,  che darebbe la solita Miss Nebraska < Penso che il nostro, compito, il nostro scopo nell'universo, sia uno e uno solo…. amare e condividere!>

4 commenti:

  1. mi hai commosso...ogni anno prima dell'8 marzo penso che è stupido e adolescenziale festeggiare il compleanno e che dovrei finirla alla mia età. Per me è sempre stata una scusa per regalare una bella giornata o serata agli amici, farli incontrare e rincontrare, e ricordarmi con un sorriso che ho passato con ciascuno di loro dei momenti indimenticabili che vorrei trattenere nell'immagine di un prato. Grazie al tuo post sono convinta che festeggerò anche l'anno prossimo e finché sarò una vecchia gattara giardiniera. Vi voglio bene, sposo e marito dello sposo

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  2. oramai, da quando siete "virtualmente entrati nella mia vita", mi capita abbastanza spesso di parlare di voi o, consentitemi l'usurpazione, citare alcuni vostri aneddoti; far leggere stralci di questa vostra vita... il più delle volte, ma non sempre e solo, mi capita con ragazzi che ho conosciuto e che si sono soavemente lagnati di tutto o che trovavano una scusa per ogni cosa... di quelli che poi spariscono all'improvviso e non li rivedi mai più o quasi... e il mio augurio è sempre lo stesso: sperare che una sola, vostra, parola sia entrata in quel cervello bacato che si ritrovano, non fosse altro per la loro successiva preda... comunque, siete fantastici e a costo di risultare pedante o leccaculo, come qualcuno potrebbe pensare, non smetterò mai di dirvelo! ;) grazie per queste meraviglie che condividete con noi! :D

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