È ormai molto tempo che conosco Ines, colei che da quasi quattro anni è diventata ufficialmente mia suocera.
Il mio rapporto con lei, me lo sono conquistato piano piano e con gli anni abbiamo scoperto tante cose che ci legano, innanzi tutto l'arte e la creatività. Ines è stata un'insegnante di educazione artistica, io come lei ho fatto gli studi artistici, come lei svolgo un lavoro anche molto pratico e manuale, oltre che teorico (scenografo) e con mia suocera mi piace parlare naturalmente di arte, ma anche di tutto il resto, sia pettegolezzi familiari che vere e proprie discussioni.
In me lei ha trovato un alleato, perché a me Ines piace sul serio, non me la sono fatta piacere, quando sto con lei, mi diverto, mi fanno ridere le sue battute, sono pazzo del suo ciambellone ricotta e Strega, dei suoi vestiti colorati e delle sue meches bionde, che quando arriva la primavera si tinge di rosa, perché come mi disse una volta "la primavera piace a tutti, compresi quelli che soffrono di allergia".
Ieri, però, mia suocera ha fatto una cosa inaspettata, che mi ha commosso profondamente; mentre ero in salotto si è presentata con due parure di lenzuola di lino. "Alessandro, una è per voi e una per Angelica e Paolo, scegli quella che ti piace". Erano lenzuola di famiglia, confezionate da mani sapienti d'altri tempi, con ricami preziosi che ormai solo poche donne sanno fare.
"Ines, io...".
"Scegli, che tu queste lavorazioni artigianali le capisci e le apprezzi"
"Ecco, scelgo queste qui, il disegno è sobrio e incredibilmente elegante!".
"Scegli, che tu queste lavorazioni artigianali le capisci e le apprezzi"
"Ecco, scelgo queste qui, il disegno è sobrio e incredibilmente elegante!".
Ines mi sorride soddisfatta e come a confermare il nostro feeling aggiunge: "È esattamente quella che avrei scelto per voi, molto più adatta ad una coppia di uomini, rispetto ai motivi floreali dell'altra". L'ho abbracciata e mentre gli occhi mi diventavano lucidi, avrei voluto aggiungere qualcos'altro oltre al "Grazie!", ma non trovavo le parole, perché per me quel regalo, dato in quel modo, con quella semplicità, ha così tanti significati. Così tanti che...