lunedì

ANCHE I GAY HANNO UNA SUOCERA !


Al coming out di Edu, sua madre non aveva reagito bene ( per leggerlo clikate quì ) .

 È ormai molto tempo che conosco Ines, colei che da quasi quattro anni è diventata ufficialmente mia suocera.
Il mio rapporto con lei, me lo sono conquistato piano piano e con gli anni abbiamo scoperto tante cose che ci legano, innanzi tutto l'arte e la creatività. Ines è stata un'insegnante di educazione artistica, io come lei ho fatto gli studi artistici, come lei svolgo un lavoro anche molto pratico e manuale, oltre che teorico (scenografo) e con mia suocera mi piace parlare naturalmente di arte, ma anche di tutto il resto, sia pettegolezzi familiari che vere e proprie discussioni.
In me lei ha trovato un alleato, perché a me Ines piace sul serio, non me la sono fatta piacere, quando sto con lei, mi diverto, mi fanno ridere le sue battute, sono pazzo del suo ciambellone ricotta e Strega, dei suoi vestiti colorati e delle sue meches bionde, che quando arriva la primavera si tinge di rosa, perché come mi disse una volta "la primavera piace a tutti, compresi quelli che soffrono di allergia".
Ieri, però, mia suocera ha fatto una cosa inaspettata, che mi ha commosso profondamente; mentre ero in salotto si è presentata con due parure di lenzuola di lino. "Alessandro, una è per voi e una per Angelica e Paolo, scegli quella che ti piace". Erano lenzuola di famiglia, confezionate da mani sapienti d'altri tempi, con ricami preziosi che ormai solo poche donne sanno fare.
"Ines, io...".
"Scegli, che tu queste lavorazioni artigianali le capisci e le apprezzi"
"Ecco, scelgo queste qui, il disegno è sobrio e incredibilmente elegante!".
Ines mi sorride soddisfatta e come a confermare il nostro feeling aggiunge: "È esattamente quella che avrei scelto per voi, molto più adatta ad una coppia di uomini, rispetto ai motivi floreali dell'altra". L'ho abbracciata e mentre gli occhi mi diventavano lucidi, avrei voluto aggiungere qualcos'altro oltre al "Grazie!", ma non trovavo le parole, perché per me quel regalo, dato in quel modo, con quella semplicità, ha così tanti significati. Così tanti che...

mercoledì

ZAVORRE SOCIALI ORGANIZZATE

Ogni tanto, in qualche piazza italiana, si svolge una veglia di circa un'ora contro la legge Anti-Omofobia ( che non è una legge ad hoc, ma un allargamento a omofobia e transfobia della  legge Mancino del 1993 ), i partecipanti si definiscono sentinelle e protestano in silenzio, dritti in piedi e con un libro in mano, per ribadire che loro non sono ignoranti, loro i libri  li amano talmente tanto che li usano 
anche come accessorio iconografico.

La democrazia è un esercizio di allineamento  umano e morale, semplice e dinamico, qualcuno deve fare un passo avanti e qualcun altro necessariamente deve farne uno in dietro. La loro  coreografica immobilità è invece, la più autentica rappresentazione  di "zavorra sociale", quella zavorra che non  fa decollare l' Italia e continua a trascinarla verso il fondo, nutrendosi di  arroganza e conflitto sociale...altro che " Amatevi gli uni e gli altri...".

 Se, è vero che ad ogni pensiero corrisponde una azione, a conti fatti possiamo  considerarli  degli omofobi narcisisti  e autoreferenziati, che ostentano libri, come certi ragazzini le sneakers firmate e  individui completamente privi di un equilibrato senso della giustizia e di empatia, verso chi nasce "diverso" da loro... Ma organizzati si, quello glie lo riconosco, si mandano messaggi su FB, si informano sul dress code da sfoggiare durante le loro incursioni urbane e hanno mezzi economici per conferenze e seminari.

Senza porsi troppe domande, sovrappongono la loro libertà di espressione, con il presunto diritto ad educare i loro figli con i disvalori dell'omofobia, del pregiudizio e dell'esclusione, il  presunto diritto ad indottrinare queste giovani menti nella violenta convinzione che sia giusto negare a me e a tutti gli omosessuali italiani un vita dignitosa e una considerazione paritaria... Ma, la cosa che mi fa più impressione è sapere che potrebbero essere i miei vicini di casa o quelli accanto a me al bar e che magari ci scambio quattro chiacchiere mentre aspetto il caffè, oppure l'anziana signora sulla metro, alla quale sorrido e le  cedo il mio posto... mi opprime e mortifica saperli così vicini, eppure così ostinatamente nemici, così dichiaratamente disumani.

giovedì

BORN TO BE... ZII


I miei nipoti storici hanno tutti più di vent'anni, ho cercato di seguirli come ho potuto, ho cercato di condividere con loro più esperienze possibili, esperienze significative per la loro crescita, spesso li ho annoiati con i miei discorsi sulla ricerca della qualità della vita e sull'importanza di definirsi come persone, sulla necessità di determinare una scala di valori umani e sul duro lavoro culturale e morale, che ogni adolescente deve fare per diventare un vero adulto; Con gli anni ho preteso da loro pensieri più complessi e risposte più ponderate... con qualcuno ho fallito, ma il mio ruolo è quello dello zio (rompicoglioni) e se i genitori la pensano diversamente, non posso che scuotere la testa e abbozzare.

Da quando sto con Edu, si sono aggiunti altri nipoti, figli di amici che ci chiamano zii e poi quest'anno, sia la mia prima nipote Michela, che la sorella di Edu, Angelica, sono diventate mamme, o meglio noi risiamo diventati zii.

Mettere al modo bambini è l'atto di ottimismo più puro che c'è e ogni adulto a prescindere, deve sentirsi coinvolto e responsabile, perché, neanche a dirlo, saranno loro gli adulti di domani.

Io e Edu in coppia siamo gli zii perfetti, io quello cattivo e lui quello buono, lui ci gioca, si butta per terra, si nasconde e con loro mi fa gli scherzi, io un pò maestrino, che li riprende se non si sono lavati le mani, quello che i cartoni vanno visti, ma ad un volume moderato e le cose si chiedono sempre, sempre precedute da un “per favore”; Ma su una cosa siamo uguali, ci piace coprirli di regali, anche pensierini presi al volo,  che siano solo una collanina di caramelle o un paio di occhiali tropical-style, noi al loro cospetto, non ci presentiamo quasi mai a mani vuote... sono le nostre piccole divinità.

Quando li vedi crescere, quando iniziano ad essere consapevoli... ecco, per noi è impossibile non sentirci parte concreta del loro sviluppo, poi c'è anche il fattore “orgoglio sociale”, di fatto questi nipoti stanno venendo su, senza l'orrendo peso dell'omofobia, per loro avere due zii maschi che si amano è semplice e normale, ci citano nei temini in classe e ci regalano bellissimi disegni che attacchiamo sul frigorifero, ed è divertente scoprire come ci vedono; Io è Edu che beviamo vino sdraiati bordo piscina, oppure vestiti coloratissimi che portiamo a spasso il cane e addirittura mano nella mano mentre voliamo in un cielo pieno di cuori.

Amori degli zii (compresi gli over 20), noi ci saremo incessantemente e anche quando sarete stra-adulti e noi vecchietti, continueremo inevitabilmente  ad essere lo zio buono e lo zio cattivo. Because... we are born to be zii :)