martedì

VENTIQUATTRODICEMBREDUEMILAUNDICI.

Tutto Dicembre,siamo stati in Brasile, per il nostro desiderato viaggio di nozze; Decidendo così di passare un natale radical, quasi francescano. Dopo un giorno di viaggio tra fuoristrada e imbarcazioni a motore, raggiungemmo Praia do Atins, un piccolo villaggio di pescatori lontano da tutto che si trova nello stato del Maranhao. La pousada dove alloggiavamo era semplicemente commovente, piccole abitazioni in muratura immerse in un giardino tropicale pieno di animali, caprette, pavoni, rane, pappagalli, gatti e cani sornioni. Era pomeriggio e il sole aveva smesso di bruciare e finalmente iniziava a scaldare; Lasciate  le borse nella nostra nuova casetta, uscimmo dal Rancho attraverso un pesante cancello di legno, direzione oceano, passammo per il villaggio miseramente addobbato per le feste, prendemmo un sentiero sabbioso abitato da galline e maiali, salimmo una piccola duna bianca e improvvisamente un odore di mare  colonizzò i nostri nasi, le nostre lingue, onde alte e rumorose dalle sfumature ottanio e turchese si curvavano sulla spiaggia fino a diventare  piatta schiuma bianca; Saltando rami e radici abbandonati dalle correnti raggiungemmo il mare, l'acqua era fredda e contrastava con il caldo della pelle assolata, troppo tardi per tornare indietro, Splash!  Strapazzati e centrifugati a dovere, uscimmo stanchi e sorridenti per sederci su un piccolo molo di cemento,sul molo dove un tempo c'era un palo d'attracco ora c'era un buco seminsabbiato, mi alzai e raccolsi il primo ramo abbandonato e li lo infilai, Eduardo mi capì al volo, ne prese un altro e fece lo stesso, poi raccogliemmo foglie di palma e radici di mango ,tutto rigorosamente "riciclato", l'ikebana marino prendeva forma e sorprendentemente riempiva lo spazio in modo armonico e rilassante, sembrava che fosse sempre stato li da secoli. Sono ormai le sei, il sole inizia a scendere e li sotto il nostro albero di natale ci scambiamo un bacio salato.. " feliz natal amore mio "..." feliz natal amore mio" risponde Edu, un arcobaleno disegna un cuore, i gabbiani si mettono in posizione da freccia e lo attraversano, mentre pesci  multicolor saltellano al ritmo di Jingle Bells, anche il sole e la luna ispirati si baciano e fu subito il crepuscolo..... era ora di tornare al Rancho e prepararsi per la cena.

lunedì

SIAMO GAY, CIOE' NORMALI di Tommaso Cerno (da L'Espresso 6 giugno 2011)

Centinaia di migliaia di persone: impiegati, professionisti, studenti. Giovani e anziani. Che non gridano slogan ma non vogliono più vivere nascosti. E magari sognano di avere una famiglia, anche in questa Italia dell'omofobia


...Anche perché nel resto d'Europa quei diritti civili che qui sembrano così rivoluzionari sono ormai la regola. Alessandro Bentivegna, costumista romano, lo prova sulla sua pelle da quando il compagno Eduardo Barbaro, manager in una multinazionale, s'è trasferito a Dublino per lavoro. Da pendolare forzato, ha capito cosa significhi vivere in un Paese che riconosce l'uguaglianza fra gay ed etero: "Non è solo un fatto giuridico, è proprio il clima sociale che cambia. La gente ti rispetta davvero, ti aiuta, sei uno come gli altri", spiega. Già. Mentre in Italia la Consulta diceva "no" ai matrimoni gay, il governo di destra irlandese varava i "civil partnership". E così Edu e Alex, il 17 maggio, si sono registrati: "Mentre firmavamo ho detto all'impiegata "I think, I'm crying" e lei mi ha sorriso, poi s'è commossa ed è finita con baci, lacrime e congratulazioni di tutto l'ufficio. Io e Edu ci siamo sentiti come i neri d'America la prima volta che hanno votato", racconta Alessandro. Si sposeranno il 13 settembre e daranno un party all'irlandese: "Fiumi di birra come si usa qui, con parenti e amici. Una festa legale, dove davvero lo Stato sostiene il nostro amore e il nostro progetto di vita", continua Eduardo. Poi torneranno in Italia e replicheranno i festeggiamenti a Roma. "Avremo voluto unirci qui, nella nostra città, dove siamo cresciuti, nonostante l'Italia non ci ami e il governo ci denigri con frasi che offendono prima di tutto i nostri genitori e armano la mano e la lingua degli omofobi, bollandoci come froci", aggiungono.
Froci che per accendere un mutuo, per esempio, devono sperare in un favore della banca: "Per la legge noi due non siamo nulla, quindi la mia firma sul mutuo di Eduardo non ha senso. Non è possibile che tutto dipenda solo dall'educazione di un singolo"... 


domenica

MATCH POINT Gennaio 2006


Era la notte del sette Gennaio, la festa dove ero andato insieme ad un mio amico, era finita troppo presto, con l'intervento della polizia per disturbo della quiete pubblica. Erano appena le due, così decidemmo di terminare la nottata  all'Alpheus, locale dove preventivamente ci eravamo fatti mettere in lista. Più che a ballare, io e il mio amico Ale, ci muovevamo a tempo, facendo chiacchiere da dancefloor & gintonic. Quando Ale si allontana, un ragazzo mi si avvicina, mi guarda e mi guarda insistentemente, i suoi occhi, brillanti e innocenti mi ricordano quelli delle icone di Gesù  (Basta con i gintonic per questa sera!)).... la musica è molto alta e lui toccandomi un braccio mi urla un < Ciao ! > , rispondo con  un finto e distratto < Maybe i know you? > ... Perchè!!?? Ecco, lo sapevo, dico sempre cazzate, quando vengo colto di sorpresa e poi pure in inglese!!! Sono stordito, impacciato ed euforico e lui fortunatamente non è da meno; Ci osserviamo per qualche istante, muti e sorridenti, è come ritrovare un vecchio amico che non ho mai conusciuto, è come sentirsi a casa e vedere in lui qualcosa che mi appartiene da sempre, è quella incontenibile voglia di volere scoprire chi è; Intorno a noi, in quel preciso istante, la forza di attrazione si scontrava e si espandeva  proprio come avviene nell'universo per la nascita delle stelle, così noi naturalmente  avvicinnammo le nostre labbra,  un punto di contatto lungo, appassionato, fisico; Se è vero che esiste un Dio, sono sicuro che in quel momento ha danzato con noi.

Dopo quel bacio, cercando di riappropriarmi della relatà, simulando self control, con tono leggero e divertito gli dissi  < Ti devo dire due cose, una è che non sono inglese, l'altra è che mi chiamo Alessandro > accarezzandomi il viso, mi rispose con  pacata  dolcezza < Io sono Eduardo... e non voglio perderti >.


UN MATRIMONIO TRADIZIONALE (che ancora non è il nostro)



Nonostante l’aria condizionata, in macchina faceva un caldo tropicale. Il matrimonio si svolgeva a circa 40 km da Roma in una chiesa vicino al mare, primo dello svincolo per Civitavecchia ci fermiamo in una piazzola e incuranti delle macchine che sfrecciavano a 120 km/h ci togliamo le magliette, ci asciughiamo con i tovaglioli, ci rimettiamo il deodorante e ci infiliamo le camicie asciutte e pulite. Siamo in ritardo di 30 min, menomale, le funzioni religiose  mi fanno venire sonno e poi quando cantano tutti insieme tipo mantra con quelle voci in falsetto, mi prende l'ansia.
Entriamo in chiesa furtivi x non dare nell’occhio, ci sediamo dietro due vecchie che appena ci vedono prendono le borse che avevano poggiato vicino e con aria complice si guardano soddisfatte per aver “tanato” i ladri ...cominciamo bene!
Gli sposi sono belli ed eleganti ...ma gli invitati no! Esclusa la sorella di Edu a cui ho curato personalmente il look e qualche altra eccezione, vedo una miriade di donne vestite di blu scuro e nero, le italiane hanno la tendenza a scambiare i matrimoni per funerali.
Il prete predicava sull’amore di coppia in senso più ampio, sorprendentemente un discorso intenso e trasversale, che finisce con il must di chiusura "andate in pace".
All'uscita come da tradizione, riso per gli sposi un po di foto e tutti al ristorante.
Al giardino del ristorante in stile Antica Roma, troviamo l'aperitivo di benvenuto, ne prendo due, uno anche per la mamma di Edu, che come mi avvicino, commenta < ste statue di gesso sono orrende> ...mi ha tolto le parole di bocca.
Durante il pranzo, Edu e i suoi genitori, mi presentano al resto dei parenti, parenti sorridenti e affettuosi.
 E' arrivato il momento delle foto ricordo e gli sposi ne vogliono una solo con me e Edu.
E’ ora di andare, giro di baci e di “ci vediamo presto” prendiamo la bomboniera e  passiamo a salutare i genitori di Edu, oggi sono stati speciali con noi, ci sono stati vicino, pronti a proteggerci qualora ce ne fosse stato il bisogno, il papà mi abbraccia forte forte e mi chiede < Ma tu, lo ami tanto mio figlio? > ci fissiamo qualche istante e rispondo quasi intimorito < io lo amo tantissimo > , i suoi occhi diventano enormi e lucidi, mi sorride e mi da una pacca sulla spalla....
Dopo circa tre anni, ho rivisto negli occhi del papà di Edu, quella stessa energia commovente, quegli stessi occhi enormi e lucidi ...ed è stato quando ho sposato il suo  amatissimo figlio. 

La tradizione è una bellezza da conservare, non un mazzo di catene per legarci.                                                             Ezra  Pound



sabato

NOZZE GAY: ALLE IENE DI SCENA IL MATRIMONIO DI DUE ITALIANI di Alessandro Michetti ( Gay.it 13 Ottobre 2011)

Alessandro ed Eduardo sono italiani, ma il secondo lavora ed è residente in Irlanda, questo ha permesso loro di unirsi in "Civil Partnership". Alla cerimonia c'erano anche le telecamere delle Iene.

Un tempo l’Irlanda aveva fama di essere una nazione estremamente conservatrice, complice un’ingerenza molto forte della chiesa cattolica e la religiosità quasi fanatica degli abitanti. Nel giro di questi ultimi anni però, persino qui il governo (di destra) ha cambiato la legge rendendo legale l’unione civile tra persone dello stesso sesso.

Come ormai anche le pietre sanno in Europa è un diritto consolidato per quasi tutti i paesi tranne, ovviamente, il nostro. Per questo molte coppie omosessuali hanno deciso, a titolo puramente simbolico purtroppo, di convolare (mai termine risulterebbe più appropriato) all’estero per coronare il loro bisogno di matrimonio. Alcuni di loro sono però appena più fortunati.

Questo è il caso di Alessandro Bentivegna ed Eduardo Barbaro, due italiani che essendo però residenti in Irlanda da più di tre anni hanno potuto dare un valore anche legale e fattivo alla loro unione.

Il 13 settembre scorso, davanti a una funzionaria del comune irlandese si sono scambiati promesse diamore eterno, con tanto di fedi (Eduardo lavora per una nota casa di gioielli che riconosce il matrimonio omossessuale dei suoi dipendenti, favorendoli tanto quanto i loro colleghi eterosessuali), celebrando e festeggiando insieme agli amici e alle rispettive famiglie accorse al completo fino a terzo grado di parentela.

La storia ha interessato persino la curiosità caustica de Le Iene, in particolare quella di Angela Rafanelli che ha seguito le nozze a Dublino.

Il servizio è stato trasmesso ieri sera con un reportage che, senza retorica da minoranze etniche, ha mostrato quanto l’amore tra due uomini sia certamente diverso ma senza per questo avere quell’accezione scabrosa, perversa e sovversiva che molti politici italiani continuano a darle.

A molti, anche omosessuali, il matrimonio sembra essere un'istituzione così lontana dal mondo gay. Perché voi invece avete voluto sposarvi?“Noi sentivamo l’esigenza di essere famiglia - risponde Alessandro che lavora come costumista cinematografico a Roma e per questo è costretto a fare su e giù dall’Italia -. Siamo grati quindi all’Irlanda per aver sostenuto il nostro progetto di vita permettendoci di essere parte del tessuto sociale, assolvendo agli oneri e godendo anche di quei privilegi che riguardano le altre coppie”.

Certo, gli amici si scelgono, i colleghi non saranno mai emotivamente così coinvolti ma i vostri genitori, come l’hanno presa?“Hanno fatto un percorso insieme a noi di accettazione e condivisione. Non senza difficoltà. Tutti loro venivano da una cultura etero che ammette il matrimonio solo tra uomo e donna. Mio padre - rivela Alessandro - solo qualche giorno prima ha capito che era civile e non religioso perché per lui era da intendersi solo così, quindi immaginate che salto culturale è riuscito a fare nonostante abbia più di 70 anni. E tra il nostro amore e il loro affetto nei nostri confronti ci siamo dati tutti la possibilità di arrivare a un livello superiore, evolvendoci insieme”.

Si dice che non è l’istituzionalizzazione di un’unione che ne determina la qualità ma tra di voi che cosa è cambiato dopo il matrimonio?“Stare insieme e sposarsi non è la stessa cosa - risponde Eduardo -. Ci responsabilizza di più e ci ridefinisce come coppia e ora sentiamo di affrontare i problemi in maniera più completa”.

La domanda a questo punto è tanto retorica quanto avvilente: pensate le cose cambieranno in Italia?“Qui da noi – risponde Alessandro - si vuole relegare l’omosessualità alla mera sessualità. Negando il matrimonio si nega l’affettività che può esserci tra due persone dello stesso sesso. Come se dicessero: “sì, scopate pure ma il sentimento è appannaggio eterosessuale”. Non ci viene riconosciuto la parità affettiva. Una segregazione da paese primitivo”.

Eduardo però è più ottimista: “Penso comunque che le cose cambieranno. Abbiamo avuto totale adesione dalle persone che ci conoscono. La società italiana è pronta per il cambiamento. A non farlo è ancora solo la classe politica che ci usa come spauracchio con il fine di infondere terrore del diverso in quello strato ignorante del nostro paese che, per fortuna, si fa sempre più piccolo”.

...Per quelli che vogliono vedere il servizio delle Iene, cliccate sul link  quì di fianco  LE NOZZE DI ALE & EDU

IO PROMETTO, POI MANTENGO !

I

Il 13/09/ 2011 io e Edu al nostro Civil Partnership ci siamo promessi la vita, ci siamo promessi questo....
Promessa Alessandro
< La prendo un po alla lontana........Avevo 8 anni, la maestra come compito in classe ci fece scrivere una fiaba.. la mia parlava di un principe rosso, imprigionato in una torre, legato da pesanti catene e tenuto a vista da un drago, il principe rosso tutta via riuscì tramite un uccello .....lo so, suona Freudiano !!!! ad avvertire il principe azzurro, che con astuzia e  coraggio ucciderà il drago  e renderà libero l'uomo in calzamaglia rossa .La fiaba finisce con i due principi che cavalcano felici verso il tramonto; non ricordo la reazione della mia maestra, ma ho sempre pensato di essere io quel principe azzurro, impavido e gentile. Ma mi sbagliavo........il principe azzurro sei tu Eduardo, sei arrivato, ti sei imposto con sicurezza generosità e umorismo e hai sconfitto i miei draghi interiori e liberato dalle catene ....... mi hai fatto comprendere nella sua totalità la parola AMORE.  Eduardo, io starò sempre dalla tua parte, ti sosterrò, ti criticherò quando sarà necessario e sopratutto ti renderò la convivenza più divertente possibile..... e  non ultimo.......non esiterei un attimo a dare la mia vita per te, perchè tu, SEI e SARAI la parte migliore di me >.

Promessa Eduardo
< Prometto di stringerti oggi, come ieri, domani e tutti i giorni del mondo. Prometto di prenderti e baciarti e lanciarti in alto. Sempre di piu. Vola Vola amore mio. Saro' il tuo porto sepolto, la spalla nei nostri teatrini, il palo nelle nostre rapine, il tuo amico e complice e amante. Prometto di darti il midollo di leone con cui tu mi nutri, che mi ha reso un uomo migliore. E mi rinnamorero’ ogni giorno dei tuoi occhi che si muovono veloci, del tuo stupore alle possibilita’ che la vita ci offre. E non smettero mai di ridere insieme a te, di rendere leggero e semplice tutto cio' che ci sembra complesso e pesante. Ti rendero' orgoglioso, felice, pieno. Mi prendero’ cura di te, mi abbandonero in te. Il mio mondo e’ un posto migliore da quando lo abito con te. Ti amo fino all’ultimo respiro. E quel giorno, se potessi, vorrei vivere un altra vita solo con te>.

ACID BEAUTY

E’ mattina presto, nel letto ancora assonnato guardo Edu che finisce di prepararsi per andare al lavoro; elegante come sempre, scarpe in capretto nero, calze in filo, un gessato in fresco di lana dal taglio asciutto e moderno, camicia wall street ed una cravatta sette pieghe.... e una moltitudine di capelli crespi, sempre scomposti, come in quelle foto  in B/N, che ritraggono  immigrati del '900 che, con la valigia sulle spalle andavano a cercare fortuna altrove.... come dire, poetico ma inadatto. 

Come risolvere questa annosa questione?
...La soluzione c'è.

Lo Stiraggio.

Intorno alla stazione Termini, ci sono moltissimi negozi gestiti da black people per black people e questo fa subito Harlem. Entro in uno di questi negozi e chiedo un kit per lo stiraggio: <quello forte per capelli da vero mandingo, da vero uomo!>, la commessa Africana mi guarda laconica e dice: <ci penso io>,  torna con una scatola fucsia, tutta fucsia, con una scritta oro Soft & Beautiful accompagnata da una foto di una bella signorina senegalese sorridente con capelli lisci e lucidi. Ho la conferma: lo stiraggio non è roba per mandingos.

E’ sera, Pedro comincia ad abbaiare: Edu sta salendo le scale ignaro, stanco ed è proprio facendo leva sulla stanchezza che lo convinco....


Siamo nel bagno, armato di pettini e liquidi puzzolenti do inizio alla “soluzione finale”.
Seguo le istruzioni alla lettera, passo crema e pettine accuratamente dalla nuca alla fronte, la puzza d’acido ci fa lacrimare gli occhi ed anche Pedro è scomparso dai paraggi. Edu inizia a lamentarsi sommessamente, lo sprono in maniera motivazionale  <Taci  mandingo!>.Tempo di posa: 20 minuti.
5 minuti dopo
Lui < Brucia!>, ora basta!  lo guardo fisso negli occhi e gli dico < Non è stato facile neanche per Beyonce, la bellezza è dolore. Pensa alle geishe ed ai loro piedini numero 12 !>.
16 minuti dopo
La pappetta è bollente, Edu preoccupato <sei sicuro che il procedimento è quello giusto, perché mi va a fuoco il cranio>. Ha gli occhi lucidi ed io gli credo, ma non mostro tentennamenti <mancano solo 4 minuti, pensa potrai sentire la sensazione del vento nei capelli...>
20 minuti Beeeep!!
Si butta sotto la doccia e comincia a sciacquarsi.
Si lamenta ed io decido di dargli una mano, il cuoio capelluto è fucsia, dello stesso colore della scatola del kit, Edu mi dice qualche parolaccia e io non mi oppongo...


James Brown, che di stiraggi se ne intendeva diceva "I capelli sono la prima cosa, i denti la seconda. Capelli e denti. Un uomo che ha queste due cose, ha tutto".

E' passata una settimana, le croste sono cadute e Edu mentre si fa il nodo alla cravatta, mi sorride e passandosi una mano tra i capelli mi dice < Adoro, la mia frangetta!>


PS: Siate comprensivi e provate almeno per un minuto  a mettervi nei panni di chi, questo  dramma lo vive mensilmente, la mia  solidarietà quindi va per il loro esempio di coraggio e stoicismo a Lenny Kravitz, Michelle Obama, Prince ...e Raffaella Carrà.


L'AMORE E' MOBILE

Erano due anni che vivevamo insieme e lo stare sempre insieme, non ci pesava affatto.
 La company dove Edu lavora gli aveva proposto un avanzamento e un trasferimento, inscindibili; La proposta  ci destabilizzò all'istante, perplessità, pro e contro, l'antico dilemma tra ragione e sentimento, tra supposizioni e paure, ma alla fine io mi presi la responsabilità, sentivo che spettava a me farlo, in fondo ero quello più grande, quello che un pò professionalmente si era già realizzato...
Seduti al bar, dopo aver bevuto un sorso di Mojto per schiarirmi la gola dissi, < Edu noi ci amiamo, siamo fortunati, noi possiamo vivere e amarci anche a distanza, non siamo i primi e non saremo gli ultimi >, non volevo bloccare le sue ambizioni, ma supportarle e giustificarle, intrapresi così un discorso basato sul fatto che ormai le distanze sono solo mentali, che siamo cittadini europei, e che 3 ore di volo, Dublino - Roma in fondo, sono come Viterbo - Roma, anzi, in macchina sulla Cassia, con il solito traffico, ci metti molto di più... e che poi non si sa mai, magari dopo qualche mese lo avrei raggiunto e concludevo il discorso in modo rassicurante e convincente sentenziando < la qualità di una relazione non si basa sulla quantità, ma su la qualità... appunto! >

 Sono passati tre anni dal suo trasferimento, io passo anche lunghi periodi a Dublino, Edu ha riunioni mensili a Roma, ci vediamo su Skipe e mi chiama 3 volte al giorno , 6-8 volte quando è stressato,  ho migliorato il mio inglese, abbiamo nuovi amici e consolidato il nostro amore con un matrimonio che in Italia non ha nessun valore, ma che in Irlanda e in altri Paesi dove ci capita di viaggiare, è vero e reale, con tanto di tasse, diritti e doveri, un bel passo avanti non vi pare?

Sostenerci a distanza non è facile, mentirei se  dicessi che è una figata! Abbiamo scoperto, che ci sono moltissime coppie che vivono come noi, è una realtà trasversale contemporanea ed internazionale. Un giorno torneremo a stare quotidianamente insieme, QUESTO E' CERTO! Spesso la nostalgia e il senso di solitudine ci fanno tentennare  e rattristare a volte pensiamo che potremmo vivere di niente, con niente e solo con noi due... ma poi capiamo che questa visione romantica e assolutista, non ci appartiene, che la realizzazione personale e sociale è importante, in fondo siamo dei borghesi e questa è la nostra educazione, questi sono i valori che condividiamo. 
Per adesso il rapporto si basa sulla mobilità, consci del tempo insieme che ci stiamo sottraendo e del prezzo che stiamo pagando. D'altro canto in questo " baratto ", riconosciamo il grande valore formativo che questa esperienza ci sta offrendo e, in questa fase della nostra vita e del nostro progetto di vita, a conti fatti... va bene così.

L'evoluzione del nostro rapporto a distanza... clicca Quì

SCENE (extra) DA UN MATRIMONIO

Semplice, bello e divertente; riassumendo questo è stato il matrimonio dei nostri amici Lyl e Sandrone, una cerimonia francescana con canti unplugged e poi una passeggiata a piedi fino al ristorante, un casale su due piani dove ci aspettavano  camerieri sorridenti con vini aperitivi e stuzzichini, aspettando tra chiacchiere e nuove conoscenze il pranzo. Gli invitati iniziano a prendere posto ai tavoli designati, il nostro è il tavolo gardenia che condividiamo con altri amici, un gruppo folk-jazz inizia a suonare, insomma tutto ok, è bello sentirsi parte di tutta questa energia che circola nella sala. Dopo i primi piatti  Edu mi dice < pausa sigaretta? >, pur non fumando lo assecondo e andiamo in giardino. Seduti su una panchina di marmo, Edu si accende la sigaretta e sapendo che non mi piace il sapore di posacenere che lascia il fumo, mi da un bacio, io faccio la solita scenetta di quello schifato, ma poi sorridendo contraccambio, le solite scaramucce da coppia in modalità gioco. Dal piano superiore sulla rampa delle scale scendevano una quindicina di uomini, dagli abiti smessi e informi dai colori tristi e spenti, questi ci osservavano in modo morboso, turbati e disorientati dai nostri baci, io guardo Edu  e gli sussurro < che paura! ma questi sfigati gotici da dove escono secondo te? > Edu dubbioso risponde < potrei sbagliarmi, ma sono così assurdi e insistenti nel guardarci che potrebbero essere uno di quei gruppi che dicono di convertire i gay in etero >, io aggiungo  < E' per questo che si sono vestiti così male? Pensano che abbandonare il buon gusto sia  il primo passo per l'eterosessualizzazione? >, sorridiamo divertiti mentre questa strana compagnia ci sfila davanti tra i loro sguardi pressanti si intravedono sopracciglia con la ricrescita, mani curate e nonostante gli abiti informi, qualche andatura un po troppo ondegiante, qualcuno ci guarda malizioso, qualcuno turbato; provo un misto di rabbia e pena per questi poveri uomini in cerca di una identità, che sia accettata anche dai loro sensi di colpa. Mi giro verso il mio amore, il mio compagno, l'uomo della mia vita e lo bacio, un bacio di provocazione ma comunque sentito e condiviso, un bacio per prendere distanze da quella processione di umanoidi sulla via del lavaggio del cervello, penso alle loro storie, alle loro famiglie ai loro amori perduti o mai amati... Ora mi vergogno un po per quel bacio provocatorio, non volevo apparire ai loro occhi superbo e strafottente, in fondo li compatisco  realmente, la sfilata di quelle povere anime sta per finire,ora il mio sorriso è un sorriso quasi dispiaciuto, l'ultimo della fila, ormai passata si gira verso di noi, è un signore non più giovane, un uomo comune che ci sorride con gli occhi lucidi e ci tira un bacio silenzioso  alzando il pollice in alto, poi fa tre passi veloci e raggiunge il gruppo.
...Ecco, auguro a quell' uomo  di trovare il coraggio di cambiare idea, di trovare il coraggio di schiudersi ad un amore terreno, di trovare nuovi  amici  e sopratutto veri amici, che lo amino così come è, di ritrovare la sua famiglia pronta ad accoglierlo, ad aiutarlo a fargli vivere una vita autentica; in quell' uomo non piu' giovane, io ci ho visto la speranza e tutto il peso della discriminazione.

... Una idea, si faceva largo nella mia mente,  prima sottile, poi sempre più corposa si e' definita, fino a diventare quella  canzone, canzone che dice < Mai, non mi avrete mai come volete voi...mai ! mai ! ...non ci avrete mai come volete voi >.

ps: abbiamo chiesto conferma ad un cameriere, Edu aveva ragione era un gruppo di omosessuali guidati da un terapista  cattolico e dai suoi assistenti.

EDU - DUBLINO - SAN VALENTINO !


Il 14 febbraio del 2011, usciti di casa in tarda mattinata, a quei tempi abitavamo a Gran Canal Quay,  nella zona 2, un quartiere nuovo pieno di palazzi in pietra e vetro. Quella mattina dicevo, Dublino ci appariva sorprendentemente soleggiata, il calore rilassava i muscoli del viso e ci faceva uscire le mani dalle tasche, tuttavia come passavi all'ombra una temperatura fredda e pungente ci ricordava che non era Aprile e che non eravamo a Roma. Edu con un tono di mistero e sguardo vago mi fa capire che ha in mente qualcosa...  < ora ti porto in un posto...è una sorpresa >  ecco, non lo sopporto quando fa così, mi fa sentire subito come Roger Rabbit,  l'attesa di sapere mi rende curioso, goffo  e inadeguato ; era così fin da piccolo, quando il giorno della Befana, prima di alzarmi dal letto avevo quelle farfalle nello stomaco e ci stavo male, ma male male.  Scherzando su le mie supposizioni, molte delle quali  assurde e buttate lì, iniziamo a camminare, ma prima ci fermiamo alla caffetteria lungo la strada, Il Valentino, che di italiano ha solo il nome, ma fa un espresso forte e caldo, da far concorrenza ai napoletani; passiamo per Grafton Street, la via dello shopping, bhè comprare vestiti e scarpe è sempre un Must del festeggiamento e le vetrine di Brown Thomas anche sta volta sono proprio belle... ma da parte di Edu  nessun segnale; tiriamo dritto tra le mie domande  senza risposte e le sue facce da sfinge; arriviamo su Francis street, la via degli antiquari, < forse una cornice decò? Oppure, un candelabro liberty da mettere sul camino? Insomma qualcosa del genere, che fa tanto status... avendo esaurito le idee chiedo, < quanto manca?>  e lui  < siamo arrivati > ci fermiamo davanti all'entrata di una chiesa... < una chiesa ? Perchè ? > ne io ne lui siamo credenti < abbi fede >  mi dice, <...fede?.. >. 
Entrando nella WHITEFRIAR STREET CHURCH, la tensione diminuisce, Edu mi porta sotto una statua di gesso a grandezza naturale  dipinta con vivaci tempere acriliche e leggo : Reliquie del corpo di San Valentino, regalato nel 1835 dal Papa Gregory XVI. < Buon San Valentino >, su una balaustra in marmo grigio, giace il registro degli innamorati, Edu lo apre con cura e inizia a scrivere promesse e desideri che io non posso leggere < sennò non si avverano>, dice lui; Aaspetto il mio turno e alla fine ai piedi del santo mi sono lasciato andare anche io, daltronde era Ennio Flaiano che diceva "Noi viviamo, grazie a Dio, in un'epoca senza fede" vivendo quell'esperienza estetica con rispetto e una dose di agnosticismo,  ho scritto con amore sincero le mie promesse e i miei desideri; affidandoli all'ignoto.
Usciti dal crepuscolo innaturale della chiesa, fummo accolti di nuovo da quel magnifico sole, era già l'una e la fame si faceva sentire, dopo aver nutrito lo spirito, ora toccava allo stomaco. Il ristorante, era tra quelli che preferisco, Brasserie 66, non molto distante dalla chiesa; mi diverte tanto pranzare lì con Edu e so già cosa prenderemo, il chicken to share, praticamente un pollo intero messo su un piatto ovale con verdure grigliate, purè di carote e patate, più una tonnellata di patate fritte extra,  mangiare nello stesso piatto, fa molto Lilly e il Vagabondo e  festeggiare il nostro amore così, alla fine mi era piaciuto, come mi aveva inaspettatamente emozionato, scrivere e ribadire così i miei sentimenti verso Eduardo.
Tornati a casa, mi stavo togliendo le scarpe, quando Edu mi chiama...
E lo trovo li, in ginocchio tra il tavolino, il divano e l'enorme finestra che lo illumina come una foto svraesposta, il suo braccio sinistro è teso verso di me la sua voce dolce e decisa, < Sposami, uomo della mia vita >, nella mano ha una scatolina, la prendo la apro è "l' anello"... vorrei ironizzarci su, vorrei dire qualche cazzata,  ma niente... silenzioso piango, mentre dalla gola bloccata e intorpidita dalla commozione riesco solo a emettere un flebile, ridicolo e smorzato  <  ... Si  >.

venerdì

SERATA FOLK 2007 (post musicale)

La voce di Gabriella Ferri riempie la casa, è un piacere sentirla dall’impianto hi-tech mentre finisco di apparecchiare la tavola.
...
 Francesca la mia vecchia vicina mi suona, apro e mi porge una tazzina di caffè appena fatto, è una cosa che fa spesso e io le voglio bene, sul pianerottolo parliamo del tempo e della sua artrite, finito di bere, le do un bacio, le restituisco la tazzina e torno in cucina.
Tra un paio d’ore arrivano i nostri amici, per una magnata e nà bevuta; Pellegrino Artusi nel 1891, diceva "Il mondo ipocrita non vuole dare importanza al mangiare, ma poi non si fa festa, civile o religiosa, che non si distenda la tovaglia e non si cerchi di pappare al meglio"

Eduardo apre la porta di casa con le ultime buste della spesa, Pedro gli corre incontro e gli fa le feste, ormai dopo due anni che viviamo tutti e tre insieme lo considera uno del branco...


MENU’
Babà rustico (che Eduardo è passato a prendere dalla mamma Salernitana),
Pizza scrocchiarella ( del forno sotto casa), olive di Gaeta,
Rigatoni cacio e pepe,
polpette al sugo e puntarelle al Quadraro vecchio (mia ricetta).
Vino,Vino,Vino.(dei castelli Romani)


la cena è allegra piena di chiacchiere e battute, i rigatoni sono pesanti da digerire, ma si sà, il vino aiuta...



Arrivati ai dolci siamo esausti e dopo gli amari e i limoncelli, ci spegniamo un pò...

Racconti che qualcuno definirebbe imbarazzanti, si alternano a confidenze intime e addirittura poetiche, è tutto così familiare, gli amici sinceri, sono famiglia.

E' notte fonda, salutiamo dalla loggetta gli ultimi amici che se ne vanno, il Quadraro vecchio è deserto,  qualche finestra è ancora illuminata, o forse è appena accesa e si stanno preparando per andare a lavorare;  Contemplando i tetti, i muri scrostati e le piccole strade silenziose, ci fumiamo l'ultima sigaretta prima di andare a dormire e comprendo che, è in questo posto che ho amato da subito, che sento il bisogno di vivere e convivere con il mio compagno, è quì che voglio avere ricordi da raccontare. Prima di rientrare in casa, inspiro un pò di aria, che è fresca e profuma di fine inverno... 

Buona notte Edu.... Buona notte Ale.


Ricetta :Puntarelle al Quadraro vecchio


Occorrente x 2 persone:

Gr.200 di puntarelle già capate
4 pomodori secchi
filetti d'acciughe
capperi e olive nere snocciolate
semi di sesamo (se ti piacciono)
Olio extra vergine d'oliva - aceto balsamico - sale - tabasco.


Preparazione:

-In una "cofanella" mettere i pomodori secchi tagliati a striscioline, aggiungere una manciata di olive nere snocciolate tagliate a metà, una manciatina di capperi e ovviamente un pò di filetti d'acciughe sottolio sbrindellate, due spicchi d'aglio schiacciati (che prima di servire andranno tolti) , qualche goccia di tabasco e un po di olio extra vergine, mescolare e lasciarle una mezzoretta a insaporirsi.

-In un pentolino tostate i semi di sesamo a fuoco basso, fino che non diventano di un bel colore biscotto.

-Aggiungere nella cofanella, le puntarelle, un cucchiaio di semi di sesamo, un altro goccimo di olio, sale e poco aceto balsamico rimovete i spicchi d'aglio, girare e...... senti che te magni.

vino cosigliato: bianco dei castelli

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