lunedì

STATO INCIVILE: CELIBE


Qualche giorno fa rimettendo a posto cassetti e documenti, mi sono accorto che non trovavo più la carta di identità e che il mio passaporto stava scadendo, dovevo muovermi subito, anche perché tra un po di giorni, dovrei ritornare a Dublino come faccio spesso e sta volta per restare più possibile vicino a Edu, lui li ha una occupazione fissa, io quà a Roma sono free lance e rinunciare a qualche lavoro per favorire il nostro progetto di condividere le nostre vite, lo faccio con amore e spirito di coppia, perché essere in coppia richiede anche alcune rinunce.
Entrando nella caserma dei Carabinieri vicino casa per denunciare lo smarrimento della Carta di identità, fui accolto da un Appuntato che mi scortò nell'ufficio del Maresciallo. Dietro la scrivania mi attendeva un omone dall'aspetto curato. Lo avevo già visto diverse volte per le strade del quartiere e lui aveva visto me, iniziai a dargli le mie generalità, nome, cognome ecc ecc, alla domanda < Stato civile? > risposi con tono leggermente polemico < teoricamente sarei sposato, ma non in Italia > lui, intuendo al volo la situazione rispose < Posso capire come ti senti, purtroppo per lo Stato Italiano sei Celibe > dissi velocemente < Si, è Ok! > per chiudere il discorso... Ma lui sentì il dovere di aggiungere parole di conforto, si alzo dalla scrivania e poggiandosi sullo schedario metallico alle sue spalle mi disse che trovava assurdo che il diritto al matrimonio lo avessero tutti, addirittura i mafiosi e i corrotti, ma non i gay, mentre proseguiva parlando di onestà e senso civico, si aggiunse alla conversazione anche un altro Carabiniere, un giovane laureando in giurisprudenza dalle spalle larghe e gli occhi attenti che aggiunse < Lo Stato dovrebbe garantire ai propri cittadini pari dignità e pari diritti, se tu sapessi quante leggi sono state fatte per contrastarne altre e quanti vuoti legislativi sono lasciati alla libera interpretazione, capiresti che il lavoro da fare è enorme, ma chi dovrebbe arrotolarsi le maniche... continua a non farlo >.
Dopo un paio di giorni, mi sono recato alla Questura per il rinnovo del passaporto. In un ufficio dall'arredo consumato, mi ritrovai seduto di fronte ad una Poliziotta con un camice bianco e dai modi gentili. Mentre poggiavo sulla vecchia scrivania foto e marche da bollo, lei iniziava come da routine a compilare la scheda con i miei dati... < Stato civile? > risposi senza pensarci troppo < Sono sposato in Irlanda... ma scriva pure Celibe > mi sorrise e mentre mi prendeva le impronte digitali aggiunse < Vedrà, che al prossimo rinnovo sarà un uomo sposato anche per l'Italia >... < Al prossimo rinnovo, sarò anziano e avrò già vissuto quasi tutta la mia esistenza! > mi fissò e piegando leggermente la testa aggiunse sinceramente < Le auguro tanta fortuna > il suo sguardo dolce e imbarazzato mi seguì fino a che superata la porta e svoltato l'angolo, uscii definitivamente dal suo campo visivo.

Cosa ho che non va per questo Stato? Cosa mi rende e rende noi omosessuali italiani meno degni dei criminali? Pago le tasse e quando mi chiedono di più di quello che guadagno, mio marito lo paga per me, do il mio 8% 1000, faccio beneficenza e lascio il posto a sedere alle anziane sulla metro; Ma anche fossi un nulla facente e nulla tenente, cosa mi rende meno degno e meritevole del mio vicino di casa?
Scopo della civiltà, non è il progresso della scienza e delle macchine, ma dell'uomo.”
E allora, senza più ipocrisie, vorrei che sopra i miei documenti fosse scritto chiaro e leggibile una volta per tutte “Stato incivile: celibe”.