martedì

ZIO TOM ERA GAY



La capanna dello zio Tom è la storia di uno schiavo nero, devoto al suo buono e generoso padrone bianco. Zio Tom sapeva stare in società, sapeva quale era il suo ruolo in un mondo di bianchi. Zio Tom sapeva farli divertire, ma al momento giusto sapeva anche rassicurarli, per lui essere schiavo era una condizione "naturale". Per lui, gli schiavi neri esistevano grazie ai buoni padroni bianchi e, l'idea che un giorno un nero sarebbe potuto diventare presidente degli Stati Uniti d'America, non lo sfiorava nemmeno.
Ora con le dovute differenze e il massimo rispetto per gli schiavi, vorrei far presente le sperequazioni sociali e le piccole e grandi umiliazioni che gay, lesbiche e trans in Italia subiscono ogni giorno. Vorrei ricordarvi che in Italia, lo Stato non è nemmeno capace di prendersi la responsabilità di difendere i propri figli omosessuali delle violenze dettate e perpetrate solo e soltanto per l'odio radicato verso di noi... Solo e soltanto per omofobia.
Ecco, in questa Italia, ultima in classifica in quasi tutto, mancavano giusto gli zii Tom gay, pronti a farsi portavoce di un tipo di tradizione che altro non è che la zavorra della società civile, che non permette a questo martoriato paese di decollare, delegittimando dietro una 'opinione personale' le battaglie di chi, consapevole di essere un cittadino di serie B, vorrebbe accedere a tutti quei diritti che lo Stato ci ha sottratto appena abbiamo fatto coming out, appena abbiamo voluto condividere un progetto di vita in coppia, appena ci siamo mostrati autentici.
Se a uno Zio Tom gay gli spieghi che anche tu un giorno vorresti avere la possibilità come gli altri cittadini di sposarti, ti rispondono attraverso i giornali tra l'incredulo e lo scandalizzato "Ma noi siamo gay, noi non ci sposiamo!" oppure se cerchi di far comprendere loro, che l'orientamento sessuale, non centra una mazza con la capacità di allevare bambini, te li ritrovi al Tg nazionale che sentenziano: "ma noi siamo gay, non possiamo avere bambini!".
Poi ci sono le frange più folk, quelli che certi etero definirebbero 'i miei amici gay', buffi e rassicuranti stereotipi che associano ancora l'omosessualità alla trasgressione e su questo (vecchio) stereotipo, e questa (vecchia) trasgressione, ci hanno costruito la loro carriera. Loro fanno un po' di tutto per galleggiare e all'occorrenza vengono usati anche come opinionisti. Così può capitare che mentre sto facendo una passeggiata con Edu e magari avrei voglia di dargli un bacio, dai microfoni di qualche radio, senti lo Zio Tom gay lanciare invettive verso di noi che ci baciano in pubblico, ricordandoci che certe cose le possiamo fare solo nascosti al buio nelle cantine. Esibire il proprio affetto è una prerogativa che appartiene solo a gli eterosessuali e detto da un gay doc come lui, vale doppio. Il suo buon padrone etero, lo ascolta annuisce e applaude vivacemente. Altri invece hanno un approccio filosofico e si spingono fino a definire i nostri sentimenti 'gli amori omosessuali'. A questi ultimi mio marito risponderebbe: "ehi, l'amore è uno e declinabile: c'è l'amore per il proprio compagno, per la propria famiglia, per i figli e per gli amici e soprattutto per i più deboli: non esiste l'amore omosessuale, l'amore è amore."
Cari Zii Tom, prima di essere omosessuali, vi ricordo ancora che siamo cittadini italiani. Le vostre opinioni sono opinabili, ma restano profondamente e pericolosamente apologetiche, proprio perché espresse in un contesto di totale e reale mancanza di diritti. La democrazia è un esercizio di allineamento, basato sulla dignità individuale e sui valori umani condivisi. Qualcuno deve fare un passo avanti e necessariamente qualcun'altro deve farne uno in dietro. Non è forse in questo modo che si crea una società contemporanea e si attenua il conflitto sociale? Ma voi comprendete la pressante umiliazione di essere cittadini di serie B? Evidentemente preferite considerarvi schiavi di serie A. Dopotutto la catena alla quale siete attaccati è lunga e il vostro collare non è poi così stretto.
...Si sa, i "froci" per natura adorano gli accessori fetish e i "negri" hanno un innato senso del ritmo.