martedì

(quasi) TUTTE LE COPPIE HANNO UNA CANZONE.


Questo è  un post interattivo, cliccate sull' immagine a sx accertatevi che il volume sia basso e iniziate a leggere seguendo il mood musicale   :)
Se è vero che ogni storia d'amore ha una canzone, la nostra è questa, The state we're in, dei The Chemical Brothers, è successo quasi per caso, quando ci siamo conosciuti, avevo appena smesso di ascoltarla regolarmente, è una canzone dalla atmosfera riflessiva, delicata, intima, che mi ricordava la mia situazione di uomo single, mi ricordava il lucido fallimento della mia storia precedente.
Eduardo, quando ci siamo conosciuti,  viaggiava spesso per  lavoro in  nord Europa, arrivava  la mattina presto in qualche aeroporto freddo e nebbioso, prendeva una macchina a noleggio e dopo qualche ora di guida, arrivava all'azienda dove faceva da consulente; Io per stargli vicino, gli preparavo ogni volta un CD, musica elettronica o jazz, che lui ascoltava  mentre attraversava strade alberate, tornanti piovosi e foreste  nere,  una costante di tutte le compilation era questa canzone, per me riproporla in quella fase dell' innamoramento, era una sfida, era esorcizzare il passato era rigenerarsi per il presente e il futuro in cui speravo.
Questa canzone, con il tempo ha cambiato di significato, diventando semplicemente la canzone di Eduardo & Alessandro.
Si... ci fa pensare a noi, ci fa pensare al nostro bisogno di amare ed essere amati, alla  esigenza di prendersi cura dell'altro; L' abbiamo messa anche al nostro Civil Partnership, mentre  parenti e amici prendevano posto per la cerimonia, si sentivano come sottofondo le note della nostra canzone d'amore, che poi piano piano sono sfumate quando il giudice ha iniziato a parlare, tra gli occhi lucidi dei presenti... e ancora oggi quando ci capita di ascoltarla, i nostri sguardi si incrociano e se siamo soli in casa ci alziamo e sorridendo un po impacciati ci diamo la mano e iniziamo a ballarla, al centro del salotto tra libri foto e ricordi che parlano di noi.

giovedì

GELOSO !!!



Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.   Roland Barthes 
gelosiaAll'inizio della nostra storia Edu, mi viveva come un trofeo, lo dico senza compiacimento o narcisismo, perché sentirsi di qualcuno, soddisfa si il nostro senso di appartenenza, ma il conto con il tempo può diventare salato. Io mi accorsi di stare con un geloso quasi da subito, ma il controllo che lui esercitava su di me era talmente risibile, rispetto alla gioia, alla moltitudine di felicità che lo stare con lui mi provocava e mi provoca, che tendevo a contenerlo, più che a estirparlo.
Che cosa è cambiato in questi quasi sette anni? Quello che abbiamo fatto è sforzarci di vedere il lato comico della cosa, la parte ridicola, che c'è dietro ogni scenata, perche agli inizi, qualche scenata me l'ha fatta e io reagivo sconcertato e divertito, era capace di farmi sentire la “Pupa del Boss” o “la magnifica preda” e questo a me che sono un omettone peloso e robusto, provocava semplicemete il sorriso, Lui si arrabbiava, io abbassavo e comprendevo quella pressione, ma mi rifiutavo di condividerla, quando succedeva, il chiarimento era immediato, ma c'è da dire che partivo avantaggiato, perché Edu comunque è un uomo educato, quidi raramente svaccava...ma questa maledetta gelosia lo faceva stare proprio male!
Io non penso di avergli mai dato modo di esserlo, flirtare con altri per fargli vedere che sono appetibile, l'ho sempre trovato un atteggiamento da insicuro “giovanile” sul viale del tramonto e poi specialmente in discoteca, se hai almeno un occhio, un braccio, una gamba, il pisello e sei gay...sicuro rimorchi! Specialmente verso le quattro del mattino quando in pista a ballare sono rimasti solo i “raccogliticci”, insomma rimorchiare per rimorchiare è alla portata di tutti.
Adesso che ci penso, anche lui mi ha rimorchiato in discoteca...ed era fine serata, vabbè torniamo alla sua gelosia, con gli anni siamo riusciti ad individuarla come una debolezza umana, e come tale l'abbiamo trattata, per lui poi la terapia d'urto e stata la nostra condizione di convivenza, per motivi di lavoro non sempre abitamo insieme e capita che se usciamo la sera e ci sono uomini che mi salutano che lui non conosce, tende ad irrigidirsi e a diventare sospettoso, io alzo il sopracciglio e con aria annoiata gli dico, ”Ma la fai finita? Subito!”
Con il tempo si è ammorbidito molto, e più che gelosia ora tende a definirla “interesse condiviso”, Edu ha tutte le mie password, mi controlla la posta, i messaggi privati su FB e quando arriva a casa, dopo un po armeggia con il mio cellulare per vedere chiamate e messaggi, lo fa con discrezione e i giusti tempi, ormai non ci faccio neanche caso, ma quando glie lo faccio notare, sorridendo e con voce capricciosa, come un bimbo colto sul fatto, mi dice, “Tu sei robba mia”, è più forte di lui, ma con l'esercizio ha imparato ad esternarlo con stile e leggerezza.
Cito: La gelosia di per sé è una di quelle emozioni che appartengono culturalmente alla specie umana in quanto – come sostiene Michael Lewis − non è innata, ma viene appresa e sviluppata grazie alle norme e ai valori socioculturali condivisi che regolano le condotte e le interazioni umane. Siamo per lo più monogami (per lo meno serialmente) e tendiamo a difendere tutto ciò a cui teniamo.