domenica

IN MY SHOES


Oggi ho buttato le scarpe che mi ero comprato per il giorno del Civil partnership; Mi ricordo quando le ho viste in una vetrina di Grafton street a Dublino, ho pensato < Sono quelle giuste! Nere di vernice e dalla linea retrò > . Dal primo giorno che le ho indossate le ho tolte poche volte, erano le mie preferite, hanno girato con me per le strade di Roma, Tokio, NY... Hanno corso con me mentre rischiavo di perdere l'ultima metro oppure lasciate abbandonate per un po', mentre scalzo a Villa Borghese sentivo il prato fresco della primavera in arrivo; le ho portate raramente sotto i pantaloni classici, erano talmente comode che le usavo come sneakers sotto jeans e bermuda. Oggi mentre le guardavo, pensavo, le tengo come ricordo? Poi mi è venuta in mente una frase di G.G. Marquez “La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”.
E' vero, gli oggetti ci suggeriscono i ricordi, però più che al ricordo oggettivo è importante coglierne il senso, la consapevolezza, lasciare andare le mie scarpe vecchie e le storie legate ad esse, non significa dimenticarle, ma lasciarsi spazio per altre cose, altre storie da ricordare e ri-riempire quei vuoti nella "scarpiera" con "scarpe" nuove, che inevitabilmente si consumeranno e andranno sostituite... non è forse questo il senso della rigenerazione ?
 Quindi, oggi niente malinconie! le mie scarpe preferite le ho avute finchè hanno svolto onorevolmente il loro compito, quello di farmi camminare e con molto stile!
Poco più di tre anni fa, una commessa sorridente mi ha infilato quelle bellissime scarpe nuove e scintillanti (nel vero senso del termine) in una elegante shopper di cartoncino scuro con manici in tela e oggi mentre sorridevo teneramente, quelle stesse scarpe dalle punte rovinate e deformate,  le ho infilate in un sacchetto di plastica azzurro e a quest'ora staranno già viaggiando per qualche discarica... nulla di drammatico è la vita!

lunedì

PICCOLE OMO FOBIE TRA AMICI

L'altro giorno stavo parlando con un giovane regista che della comicità cinica e della satira ne ha fatto la sua interpretazione della realtà sociale... Non dirò chi è, ma a me spesso diverte e piace molto.
Faccio questa premessa perché parlando di attualità, la conversazione è dirottata sul tema dei diritti degli omosessuali italiani e sulla percezione che ne abbiamo in Italia; Sono rimasto molto sorpreso quando anche lui (eterosessuale e di sinistra) come moltissimi altri, mi raccontava che < ... il vero problema sono gli esibizionisti, quelli che ostentano e pretendono rispetto... molti di “Voi” (omosessuali) sbagliano a comportarsi come delle checche isteriche, vestiti da fashion victims, a la gente queste persone risultano insopportabili, dovreste assumervi più responsabilità... > lo interrompo e gli chiedo < Quindi se tutti i gay italiani cominciassero a comportarsi bene, a vestirsi in maniera sobria, a parlare sottovoce e a non muovere troppo i polsi mentre gesticolano...i diritti che in quasi tutto il mondo occidentale ci hanno riconosciuto, “Voi” (eterosessuali) italiani ce li concedereste?>... < Penso proprio di si!> è stata la sua risposta.
… E' vero che in Italia c'è una cultura maschilista, sessista e omofobica, estremamente introiettata anche e purtroppo tra gli omosessuali stessi, ma sostenere serenamente che i diritti sociali che ci vengono sottratti individualmente appena facciamo coming out, appena decidiamo di condividere un percorso di vita con un'altra persona, siano in realtà concessioni che ci verrano date solo se riconosciuti meritevoli... è un concetto alquanto disgustoso e antidemocratico. I diritti di solito vengono tolti a chi commette un crimine, proprio come punizione.
 Il mio amico, giovane regista,  spesso utilizza tematiche gay per far ridere, ma in realtà non  si è mai soffermato a pensare che “Noi” (omosessuali) siamo ancora considerati cittadini di serie B e che quando uno se la prende con una minoranza debole per strappare una risata, non fa più della sana satira,  ma suggerisce al pubblico un giudizio che è più vicino al concetto stesso di bullismo, piuttosto che  alla  ricerca di una reale libertà di espressione.

Un immenso Ennio Flaiano, usava dire “In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti“


I SIMBOLI E LA CIVILTA'.


Ecco, pensiamo per un momento di vedere un bel film americano, di quelli commoventi ben scritti e ben diretti, dove un coraggioso Sindaco bianco di una sperduta cittadina del Mississipi degli anni '60 invita a pranzo nel giorno del Ringraziamento una famiglia di Afroamericani...Oppure facciamo un salto indietro, nella Londra degli anni '20 dove un gruppo di Suffragette, legatesi ad un palo della luce, chiedono il diritto di votare e il Sindaco di Londra, invece di farle arrestare, passa attraverso i cordoni della polizia e le va a trovare, porta loro acqua e viveri e si mette umanamente a parlare con loro, ad ascoltare a comprendere...Gesti simbolici, che cambiano la visione delle cose.

Immaginate sempre un film, di quelli popolari, quelli che alla notte degli Oscar, ci vanno di sicuro, film tipo “Milk” o “12 anni schiavo”. La storia è quella del Sindaco di un paese  omofobico, razzista e sessista, che spinto da una responsabilità morale, esattamente come gli altri Sindaci sopracitati, decide di fare qualcosa di eclatante, di evidente, qualcosa che lo riporti in pieno diritto nella categoria degli umani. 
Sala del Campidoglio interno giorno: La macchina da presa (mdp), parte da una inquadratura di un calendario che riporta la data 18 Ottobre 2014 , poi si allarga e spostandosi lentamente, scopriamo i volti commossi di sedici coppie, di varie età ed estrazione sociale, sono coppie omosessuali, alcune di loro tengono per mano i loro bambini, altre dei mazzi di fiori, altre entrambi, le coppie sono circondate da amici e parenti; Da fuori si odono le urla dei manifestanti, che carichi di odio, lanciano frasi offensive e minacciose, verso il Sindaco e verso quelle coppie, quelle famiglie, che simbolicamente stanno trascrivendo sui registri della città dove abitano e pagano le tasse, il loro matrimonio contratto all'estero.
 Sala del Capidoglio interno giorno: La mdp inquadra dall'alto il Sindaco, le coppie e il resto del gruppo, poi congedandosi da loro, inizia ad alzarsi, oltrepassa il solaio e il tetto, scoprendo la folla di odiatori che, con cartelli e braccia tese, circondano il Campidoglio; La mdp, continua ad allontanarsi, inquadrando la città, sempre meno definita, poi l'immagine diventa satellitare e mentre il nostro piccolo pianeta si perde inghiottito nel buio dell'universo... Iniziano a scorrere i titoli di coda, supportati da un tema musicale indimenticabile; Magari composto appositamente dal maestro Ennio Morricone o Danny Elfman.

Io e Edu, siamo particolarmente vicino a queste coppie, perché anche noi come loro, ci siamo uniti all'estero.
Scrivendo, mi è venuto in mente un evento legato al giorno della nostra unione: Eravamo a Dublino, negli uffici dove si celebrava il nostro Civil Partnership, la sala era piena di amici e parenti e la commozione e la felicità erano tangibili, li in quel momento si respirava amore e condivisione; Mio padre per tutto il tempo della cerimonia, se ne stava seduto con gli occhi bassi, anche se ero concentrato su quello che dovevo dire e fare, la mia attenzione era inevitabilmente catturata da mio padre e dentro di me pensavo < Sicuramente, essendo un uomo tendenzialmente di destra e cattolico, sta cosa non la sta superando bene, vuole evitare di vedere sta scena, dove suo figlio sposa un altro uomo... >.
Finita la cerimonia eravamo tutti li ad abbracciarci, vado da lui, ci guardiamo negli occhi e gli dico < Papà ma non sei contento per me?>, mi prende le mani e avvicinandosi al mio orecchio mi sussurra < Oggi per me è una giornata tristissima, ho appena capito che mio figlio per veder riconosciuto il suo amore è dovuto andare via dal Paese in cui è nato e cresciuto, per arrivare in un Paese straniero dove ti hanno restituito quella dignità che ti avevano rubato in Italia, perchè l'amore e la capacità di saper amare è l'unico propellente che deve essere riconosciuto in una civiltà sana >.... Che cosa avreste fatto voi al mio posto? Esattamente quello che ho fatto io, ho pianto per qualche secondo come un vitello,  l'ho abbracciato e poi ho cercato di ricompormi come meglio ho potuto.
Sabato 18 Ottobre 2014, il Sindaco Ignazio Marino, ha dato voce anche a mio padre, uomo di destra e cattolico, mio padre, uomo per bene e mai perbenista.

In alto, c' è la foto della mia famiglia, quello piccolino sono io, le mie sorelle e quelli ai lati sono i miei genitori che attraverso l'amore, l'accettazione e il sostegno, mi hanno trasmesso il vero e unico significato di famiglia tradizionale... e se un giorno con Edu, adotterò dei bambini, noi  lo trasmetteremo a loro.

"La tradizione è una bellezza da conservare, non un mazzo di catene per legarci. "                                                      Ezra Pound

Voglio darvi un consiglio. Se siete single nell'anima, non vi fidanzate!





Quello che sto per affrontare non è certo un'analisi approfondita e professionale della condizione sociale e psicologica dei single, tutt'altro, è più una teoria emersa dalle chiacchiere intrattenute con diversi interlocutori, mentre aspetto l'autobus o faccio la fila alla cassa del supermercato.
Ovviamente, e sottolineo ovviamente, non ci riferiamo a quei single felicemente realizzati con se stessi, ma piuttosto a quelli che non hanno un partner da sempre o quasi, quelli che vivono storie brevi e tormentate con finali confusi e dove lo stronzo da mettere in discussione, neanche a dirlo è l'altro. Insomma se siete come quest'ultimi, fatevi una domanda. Una delle risposte possibili, potrebbe trovarsi tra queste righe.
A proposito di domande, partiamo con quelle che molti di noi accoppiati ci siamo posti quando ci siamo accorti che si iniziava a fare sul serio. Cosa ho io da offrire? Cosa mi rende attraente al di là dell'aspetto fisico? Cosa significa essere coppia? Qual è il valore aggiunto nel condividere con un compagno un percorso di vita?.
Conversando con quei single scopriamo che hanno una lista mentale rigida e definita. Richiedono partners brillanti e poco invadenti, che abbiano una posizione sociale, cosa che per i single più complessi, potrebbe significare stare anche con un artista outsider e maledetto, un partner che confermi la loro profondità e soddisfi il loro ego.
Sanno perfettamente cosa cercare e pretendere, insomma, se entriamo nello specifico, è una lista di sole richieste. Di fatto, quasi tutti quelli che conosco o che conoscono i miei interlocutori, sono tirchi e calcolatori, antepongono il proprio lavoro, i propri problemi, la propria cura del corpo e i propri hobby a tutto il resto e, nel resto siamo compresi anche noi.
Eccoli lì, concentrati più sul trattenere che sul lasciare, concentrati più su quello che hanno da perdere, che su quello che potrebbero guadagnare e mi riferisco soprattutto ai sentimenti. Pur essendo la singletudine uno state of mind, molti single trovano un partner, si fidanzano, convivono e fanno figli. Allora la fregatura si trasforma in tragedia, la loro anima calcolatrice diventa un centro di sofferenza e malessere per tutti quelli che li circondano. I single accoppiati, non sono solo un ossimoro, sono una calamità! Vivono in trincea, dove la famiglia è il nemico e proprio come a Risiko, colonizzano spazi e stati d'animo, annichilendo chi li ama o tenta di essere amato sul serio.
"Ognuno di noi è una frazione dell'essere umano completo originario, per ciascuna persona ne esiste dunque un'altra che le è complementare. Ed è per questo che siamo sempre alla ricerca continua della nostra metà della mela, non vogliamo essere una mezza anima, ma desideriamo ritornare alla nostra natura originaria, questa ricerca si chiama amore."
Ok, abbiamo un po' scherzato! Non so quanto questa teoria di Platone sia vera per tutti. Però l'esperienza di amare è un atto di generosità, che facciamo innanzi tutto verso noi stessi, è la necessita di confrontarci, la possibilità di migliorarci e soprattutto di donare, completandoci.

giovedì

ALLA RICERCA DEL NOSTRO TESORO....



Vi voglio raccontare due storie che in comune hanno solo una cosa il nome dei protagonisti, Fabio... Anzi due cose in comune, si chiamano entrambi Fabio e sono entrambi gay.
Il migliore amico di mia nipote Ludovica, in questi giorni, ha fatto coming out in famiglia, dopo averlo detto ad un po di amici, me compreso, poi ha deciso di dirlo a sua sorella, che è caduta letteralmente dalle nuvole e poi  la mattina successiva, dopo una notte agitata,  i genitori se lo sono ritrovato di piedi al letto con la sorella che gli faceva da spalla. La luce del mattino filtrava dalle finestre, i genitori lo guardavano preoccupati e con gli occhi ancora gonfi di sonno, lui introduceva il discorso, ma non riusciva a proseguire < Vi devo dire una cosa... non ce la faccio più a tenermela dentro>, lunghe pause e sguardi nel vuoto, come a cercare le parole e gli occhi dei genitori che con il tempo si facevano sempre più svegli e preoccupati... < Io, non ce la faccio più a tenermi dentro questa cosa, io sono gay!> … i genitori si guardarono per un istante , poi il padre aggiunse < Guarda che lo sapevamo>, a quel punto la sorella con tono sorpreso disse < Chi ve lo ha detto?!>, bastò l'occhiata con il sopracciglio alzato della madre per capire che l'unica a non averlo capito, era solo lei, la sorella di Fabio; In effetti lo avevamo capito tutti da sempre, la sua curiosità verso le ragazze si limitava a commenti di carattere estetico tipo < Che capelli splendidi!> oppure < Queste scarpe con il tacco, ti fanno delle gambe favolose!>. Il giorno dopo, Fabio andò a pranzo solo con il padre, parlarono di un sacco di cose, scherzarono e risero.... e non c'era da aggiungere altro.
L'altro Fabio, ha quasi quarant'anni e mi ha contattato tramite questo blog, lo conosco virtualmente, so dove vive e so che ha una moglie e dei figli, ingenuamente credevo che fosse il classico gay, sposato, che vive di nascosto la sua omosessualità e la esprimesse solo sessualmente....e invece, non è mai stato con un uomo, lo ha sempre pensato e desiderato ma non ha mai avuto la forza di mettersi alla prova...adesso però le cose stanno cambiando e come può succedere ad una persona qualsiasi etero o omo che sia, ad una cena di lavoro, ha incontrato un collega ed è stata un'attrazione incontenibile e non solo fisica e Fabio questo incontro rivelatore se lo sta vivendo, pieno di sensi di colpa soprattutto nei confronti della moglie (e come non dargli torto). Nei prossimi giorni si vedrà con questo uomo e non sa cosa fare...Io gli ho dato un consiglio, che all'incirca è questo < Esci, con lui, mettiti alla prova, non sottovalutare l'attrazione fisica, ma neanche quella intellettuale e sopratutto l'alchimia naturale e poi dopo, pensa a tua moglie che come donna, merita di essere amata in modo completo ed autentico e se comprendi che questa cosa è venuta meno o peggio non c'è mai stata, penso che tu sia giunto a quel punto della tua esistenza dove devi essere lucido e spietato con te stesso. Questo percorso di ricerca e di conferme porterà la verità non solo a te, ma anche a quelli che ami... Il tuo esempio può diventare un insegnamento importante su come vada vissuta la vita; cercando la loro comprensione gli farai capire che quello che facciamo e le scelte che seguiamo, sono sempre in base a gli strumenti umani che abbiamo in quel momento a disposizione e, proprio perché umani, si possono sempre migliorare.>
La vita è una caccia al tesoro, dovremmo concentrarci a cercare le cose belle, in modo che quando arrivano le brutte, abbiamo abbastanza equilibrio per affrontarle e dargli un significato formativo, perchè l'amore è costruzione e se è necessario passare anche per campi minati, se la nostra coscienza ci da come via di uscita solo la sincerità, se la nostra morale ci dice che tutte le scappatoie sono terminate... allora vuol dire che il tesoro che cerchiamo è proprio sotto i nostri piedi, non dobbiamo fare altro che dissotterrarlo e condividerlo con amore e cura con tutte quelle persone a cui vogliamo bene.

lunedì

HO SCRITTO TI AMO...



In scooter sulla via Aurelia, direzione mare; Certo non è come andare in aereo alle Bahamas, ma quest'anno abbiamo un po' di spese da affrontare e le frustrazioni da “ Wannabe” non fanno parte della nostra condizione morale... Quindi dicevo, ci trovavamo in scooter, con gli occhiali scuri e con il sole a picco che bruciava le nostre spalle e ci sentivamo invincibili come due Rock stars.
Sulla sinistra la linea cobalto di mare ci seguiva ormai da diversi kilometri, dovevamo trovare solo il punto giusto dove svoltare e raggiungerla. Superato un immenso campo di girasoli, si apriva la spiaggia ventosa e quasi deserta, il mare mosso e l'acqua gelata, il posto perfetto.
Mi piaceva vederci li, con il cell. prendevo qualche foto di noi e del panorama, quando la mia attenzione è andata su una roccia, un piccolo scoglio; Qualcuno pazientemente ci aveva scolpito sopra “TI AMO”, per associazione ho pensato subito ad un testo di una vecchia canzone che diceva  < Ho scritto t'amo, sulla sabbia e il vento a poco a poco se l'è portato via con sé >... ho riflettuto proprio sulla diversa natura di questi atti estetici, sulla verità e sulla difficoltà,  sulla qualità della volontà di  esternare il proprio amore... certo è, che scriverlo sulla roccia è un bell'impegno.

giovedì

CLARETTA ON MY MIND




Vi voglio parlare di Claretta, un travestito di professione, ma anche molto altro... ed io ho avuto l'onore di conoscerlo pochi anni prima della sua morte.

Nel '98 scelsi di abitare al Quadraro vecchio, un piccolo quartiere nella periferia sud-est di Roma.
Io allora ero solo un giovane borghese alle prese con la mia emancipazione e l'accettazione della mia omosessualità. 
Incontravo Claretta al giardinetto sotto casa, entrambi portavamo i nostri cani lì a fare i loro bisogni, il giardinetto e i nostri cani sancirono nel tempo i nostri appuntamenti casuali.
 La prima volta lo scambiai per una anziana matrona dalla corporatura imponente, portava i capelli tinti di biondo raccolti in una coda alta, indossava maglie larghe che coprivano un petto  e una pancia prosperosa, ma le sue gambe erano ancora lunghe e affusolate, poi capii che era un uomo dalla voce e dalla presenza ingombrante.
 I primi mesi, quando lo vedevo avvicinarsi, con la sua barboncina bianca ero turbato e imbarazzato e appena lo salutavo e il mio cane iniziava a giocare con la sua, io non sapevo cosa dire, che fare. Claretta era troppo per me e mi metteva davanti al mio limite, che appunto era il mio limite, non il suo.
 Lui, invece percependo il mio imbarazzo, dopo qualche incontro, iniziò goliardicamente a raccontarmi le sue storie di 'vita' e, da come le raccontava, capivo che era una cosa che faceva spesso; Si divertiva a mettere alla prova il pudore delle persone. 
Con i mesi però i racconti allegri lasciarono il passo a storie di umiliazioni e violenza, di ricatti e di solitudine in una Roma degli anni '60 / '70. 
Più lo ascoltavo e facevo domande, più la mia compassione e la mia spiritualità maturavano. Anche se il suo tono era sempre leggero, a volte mentre raccontava mi venivano gli occhi lucidi e allora lui buttava lì qualche battuta volgare e mi faceva ridere.
 Una volta mi riprese, perché mi rivolsi a lui al femminile dicendomi "Ma, in questo momento non sono travestito, non sarò un maschio maschio, però sono un uomo!" e io, sempre più disorientato, iniziavo ad intuire. 

Della sua malattia non ne abbiamo mai parlato e voglio credere che quel tempo così prezioso che mi ha concesso, fosse una specie di eredità, un amuleto verbale contro la crudeltà e la cattiveria di quella parte di società ipocrita e perbenista, quella parte di società, che non vede, non sente, ma parla.

Con quel suo modo di fare, esponendosi così pienamente alla vita, mi ha insegnato molto e mi ha aiutato a comprendere cos'è l'empatia e l'importanza dell' aver coraggio. 
E se oggi riesco a vivere la mia condizione di 'diverso' con meno frustrazioni e con amore, sento che una parte della mia riconoscenza va sicuramente a lui. 

Claretta, un essere mitologico, una creatura a metà strada tra una amazzone cacciatrice e un uomo riflessivo, sensibile, spavaldo e divertente. Claretta che pur avendo sofferto profondamente, non si è mai arreso alla bruttezza interiore e fino alla fine è rimasto umano, luminoso e, quando indossava un tacco 12... favolosa !!!

lunedì

ANCHE I GAY HANNO UNA SUOCERA !


Al coming out di Edu, sua madre non aveva reagito bene ( per leggerlo clikate quì ) .

 È ormai molto tempo che conosco Ines, colei che da quasi quattro anni è diventata ufficialmente mia suocera.
Il mio rapporto con lei, me lo sono conquistato piano piano e con gli anni abbiamo scoperto tante cose che ci legano, innanzi tutto l'arte e la creatività. Ines è stata un'insegnante di educazione artistica, io come lei ho fatto gli studi artistici, come lei svolgo un lavoro anche molto pratico e manuale, oltre che teorico (scenografo) e con mia suocera mi piace parlare naturalmente di arte, ma anche di tutto il resto, sia pettegolezzi familiari che vere e proprie discussioni.
In me lei ha trovato un alleato, perché a me Ines piace sul serio, non me la sono fatta piacere, quando sto con lei, mi diverto, mi fanno ridere le sue battute, sono pazzo del suo ciambellone ricotta e Strega, dei suoi vestiti colorati e delle sue meches bionde, che quando arriva la primavera si tinge di rosa, perché come mi disse una volta "la primavera piace a tutti, compresi quelli che soffrono di allergia".
Ieri, però, mia suocera ha fatto una cosa inaspettata, che mi ha commosso profondamente; mentre ero in salotto si è presentata con due parure di lenzuola di lino. "Alessandro, una è per voi e una per Angelica e Paolo, scegli quella che ti piace". Erano lenzuola di famiglia, confezionate da mani sapienti d'altri tempi, con ricami preziosi che ormai solo poche donne sanno fare.
"Ines, io...".
"Scegli, che tu queste lavorazioni artigianali le capisci e le apprezzi"
"Ecco, scelgo queste qui, il disegno è sobrio e incredibilmente elegante!".
Ines mi sorride soddisfatta e come a confermare il nostro feeling aggiunge: "È esattamente quella che avrei scelto per voi, molto più adatta ad una coppia di uomini, rispetto ai motivi floreali dell'altra". L'ho abbracciata e mentre gli occhi mi diventavano lucidi, avrei voluto aggiungere qualcos'altro oltre al "Grazie!", ma non trovavo le parole, perché per me quel regalo, dato in quel modo, con quella semplicità, ha così tanti significati. Così tanti che...

mercoledì

ZAVORRE SOCIALI ORGANIZZATE

Ogni tanto, in qualche piazza italiana, si svolge una veglia di circa un'ora contro la legge Anti-Omofobia ( che non è una legge ad hoc, ma un allargamento a omofobia e transfobia della  legge Mancino del 1993 ), i partecipanti si definiscono sentinelle e protestano in silenzio, dritti in piedi e con un libro in mano, per ribadire che loro non sono ignoranti, loro i libri  li amano talmente tanto che li usano 
anche come accessorio iconografico.

La democrazia è un esercizio di allineamento  umano e morale, semplice e dinamico, qualcuno deve fare un passo avanti e qualcun altro necessariamente deve farne uno in dietro. La loro  coreografica immobilità è invece, la più autentica rappresentazione  di "zavorra sociale", quella zavorra che non  fa decollare l' Italia e continua a trascinarla verso il fondo, nutrendosi di  arroganza e conflitto sociale...altro che " Amatevi gli uni e gli altri...".

 Se, è vero che ad ogni pensiero corrisponde una azione, a conti fatti possiamo  considerarli  degli omofobi narcisisti  e autoreferenziati, che ostentano libri, come certi ragazzini le sneakers firmate e  individui completamente privi di un equilibrato senso della giustizia e di empatia, verso chi nasce "diverso" da loro... Ma organizzati si, quello glie lo riconosco, si mandano messaggi su FB, si informano sul dress code da sfoggiare durante le loro incursioni urbane e hanno mezzi economici per conferenze e seminari.

Senza porsi troppe domande, sovrappongono la loro libertà di espressione, con il presunto diritto ad educare i loro figli con i disvalori dell'omofobia, del pregiudizio e dell'esclusione, il  presunto diritto ad indottrinare queste giovani menti nella violenta convinzione che sia giusto negare a me e a tutti gli omosessuali italiani un vita dignitosa e una considerazione paritaria... Ma, la cosa che mi fa più impressione è sapere che potrebbero essere i miei vicini di casa o quelli accanto a me al bar e che magari ci scambio quattro chiacchiere mentre aspetto il caffè, oppure l'anziana signora sulla metro, alla quale sorrido e le  cedo il mio posto... mi opprime e mortifica saperli così vicini, eppure così ostinatamente nemici, così dichiaratamente disumani.

giovedì

BORN TO BE... ZII


I miei nipoti storici hanno tutti più di vent'anni, ho cercato di seguirli come ho potuto, ho cercato di condividere con loro più esperienze possibili, esperienze significative per la loro crescita, spesso li ho annoiati con i miei discorsi sulla ricerca della qualità della vita e sull'importanza di definirsi come persone, sulla necessità di determinare una scala di valori umani e sul duro lavoro culturale e morale, che ogni adolescente deve fare per diventare un vero adulto; Con gli anni ho preteso da loro pensieri più complessi e risposte più ponderate... con qualcuno ho fallito, ma il mio ruolo è quello dello zio (rompicoglioni) e se i genitori la pensano diversamente, non posso che scuotere la testa e abbozzare.

Da quando sto con Edu, si sono aggiunti altri nipoti, figli di amici che ci chiamano zii e poi quest'anno, sia la mia prima nipote Michela, che la sorella di Edu, Angelica, sono diventate mamme, o meglio noi risiamo diventati zii.

Mettere al modo bambini è l'atto di ottimismo più puro che c'è e ogni adulto a prescindere, deve sentirsi coinvolto e responsabile, perché, neanche a dirlo, saranno loro gli adulti di domani.

Io e Edu in coppia siamo gli zii perfetti, io quello cattivo e lui quello buono, lui ci gioca, si butta per terra, si nasconde e con loro mi fa gli scherzi, io un pò maestrino, che li riprende se non si sono lavati le mani, quello che i cartoni vanno visti, ma ad un volume moderato e le cose si chiedono sempre, sempre precedute da un “per favore”; Ma su una cosa siamo uguali, ci piace coprirli di regali, anche pensierini presi al volo,  che siano solo una collanina di caramelle o un paio di occhiali tropical-style, noi al loro cospetto, non ci presentiamo quasi mai a mani vuote... sono le nostre piccole divinità.

Quando li vedi crescere, quando iniziano ad essere consapevoli... ecco, per noi è impossibile non sentirci parte concreta del loro sviluppo, poi c'è anche il fattore “orgoglio sociale”, di fatto questi nipoti stanno venendo su, senza l'orrendo peso dell'omofobia, per loro avere due zii maschi che si amano è semplice e normale, ci citano nei temini in classe e ci regalano bellissimi disegni che attacchiamo sul frigorifero, ed è divertente scoprire come ci vedono; Io è Edu che beviamo vino sdraiati bordo piscina, oppure vestiti coloratissimi che portiamo a spasso il cane e addirittura mano nella mano mentre voliamo in un cielo pieno di cuori.

Amori degli zii (compresi gli over 20), noi ci saremo incessantemente e anche quando sarete stra-adulti e noi vecchietti, continueremo inevitabilmente  ad essere lo zio buono e lo zio cattivo. Because... we are born to be zii :)







mercoledì

RICORDANDOMI COME SARO'


I quarant'anni li ho superati già da un po', abbandonata la gioventù, mi sento adulto come non mai.
Il vero impegno, non è tanto quello di restare apparentemente giovane, quello tutto sommato a meno che non fai un lavoro veramente logorante e hai una alimentazione di merda, alla fine qualche anno in meno lo dimostri sempre... Il vero impegno che pretendo da me, è nell'essere e restare contemporaneo, aderente e inerente al tempo storico e intimo che sto vivendo.
La giovinezza di per se, non è un valore, con i suoi stereotipi tende a distrarci e ad illuderci, ho conosciuto vecchi di vent'anni e vecchi veri convinti di avere vent'anni... in entrambi i casi, li considero personaggi fuori sincrono.
Concentrarsi sulla caducità, accettare che tutto ha una fine, mi spinge a non usare mai la frase "...Ai miei tempi"; Finchè avrò fiato, sarà sempre il mio tempo.
Invecchiare è una botta di culo e questa fortuna nei prossimi anni, se continuerò ad esistere, me la voglio guadagnare.

lunedì

LITIGI, CONFLITTI & SET-UP.


Litigare con Edu è una cosa che mi riesce quasi sempre male, ma a volte è necessaria.
Lasciando da parte i battibecchi , le frasi ad effetto e qualche risposta burbera; Parlo proprio di litigate vere, con alzate di voce, qualche parolaccia e silenzio finale... quelle litigate che, appena concluse, pensi che tra te e lui ci sia un vuoto incolmabile e che ormai l'amore è venuto meno e che è meglio per entrambi finirla li.

In questi ultimi mesi dopo un periodo di stasi, mi sono riattivato sia fisicamente che mentalmente, nuovi progetti, ho perso diversi chili, ho ripulito la nostra casa di Roma da un sacco di oggetti e vestiti accumulati con gli anni e diventati per noi obsoleti se non addirittura odiosi. Edu non è stato da meno, ha avuto una promozione, che gli ha portato un ulteriore  carico di lavoro, responsabilità e viaggi; Insomma un lungo periodo di set-up per entrambi.
C'è un detto orientale che più o meno dice così “ I conflitti devono esplodere. E' responsabilità degli uomini portarli a buon fine”, l'esercizio difficilissimo che tentiamo di fare entrambi quando litighiamo sul serio, è quello di non dimenticare mai i motivi che ci hanno spinto a scegliere, volere e amare il nostro compagno  e anche se in quell'istante, non riusciamo più a vederli, essi esistono, sono reali e sono nascosti dietro i fumi densi della rabbia del momento.
Qualche giorno fa più o meno è avvenuto proprio questo. Partita come una innocua osservazione, in pochi minuti siamo finiti con il vomitarci addosso giudizi e  condizioni esistenziali  che evidentemente avevano perso di utilità e significato. 
Finita la litigata e calato il silenzio, pensavamo di non amarci più... o almeno non più come prima.
Abbiamo passato un giorno intero a metabolizzare evitando ulteriori confronti. Con un certo imbarazzo iniziale,  ci siamo riavvicinati, poi baciati e abbracciati e sempre  in silenzio, siamo rimasti così  per qualche minuto.
 E' vero! E' palese!  la vita, l'amore e le esperienze  connesse  ci  modificano i parametri ciclicamente, è successo così in passato e sarebbe successo ancora e ancora, basta saperlo. Io continuerò ad amare  Eduardo, continuerò ad essere parte integrante  dei suoi cambiamenti e lui dei miei.

Spesso, l'errore più grande che facciamo con le persone che ci sono vicine, è quello di ritagliare la loro immagine, metterla poi su un fondale e illuderci che quell'immagine e quel fondale non cambieranno mai più.


giovedì

100


E' curioso come i numeri, condizionino lo spazio, il tempo, e la percezione romantica che abbiamo di essi; Non parlo di tutti i numeri ma di alcuni in particolare, quelli che festeggiamo di più, tipo 1- 10-18- 25- 40- 50- 75 e ovviamente 100!
Ecco!...compreso questo post, siamo arrivati proprio a quota 100. I lettori, anche quelli che non conosciamo, sono aumentati molto con il tempo e abbiamo superato abbondantemente le 80.000 visualizzazioni, che per un blog senza pretese,che non parla di gossip o di cronaca nera, (ci dicono alcuni amici esperti) è una cifra soddisfacente,
L'idea del blog, è nata in realtà per colmare quei vuoti, di quando io e Edu stiamo lontani, poi come succede, una idea, diventa anche altro, si aggiungono riflessioni, ricordi, eventi che vuoi fissare ecc ecc.
In questi mesi, non abbiamo parlato solo di noi, ma anche delle nostre famiglie e dei nostri amici, e li abbiamo raccontati proprio così come siamo, senza tentare di mostrarci, più alti, più ricchi o più colti... ma soltanto spinti da una onesta esigenza di condividere e comprendere... in fondo il vero lusso, non è cercare di riconoscere e vivere una vita autentica? Attraverso questo blog, questi raccontini, io e Edu abbiamo avuto la conferma, che aldilà dei dettagli, chi più chi meno, siamo tutti spinti da una ricerca personale, dove il tema comune è appunto il più comune... l'amore, l'amore che ci eleva , l'amore che ci migliora e a volte guarisce; E, per noi due, da quando abbiamo deciso di unire le nostre esistenze, è andata proprio così.
100 di questi post! Edu mio.

Quanto segue sono alcuni titoli che avevo pensato, ovviamente è una cazzata per chiudere questo centesimo post in maniera semiseria.
100 post schiavo – 100 post vergine- 100 post in Tibet- 100 post di velluto grigio- 100 post il primo bacio- i miei primi 100 post- 100 post incinta- un post vissuto pericolosamente- 100 post di solitudine- 100 post Ronin- l'esercito dei 100 post- 100 post dopo... ve ne vengono in mente altri?

a conferma del fascino del numero 100, vi propongo una canzone che io e Edu amiamo molto, e che qualche volta abbiamo ballato da soli  in casa!




martedì

I DOWN AND UP DELLA MIA LIBIDO.


Capitano quei periodi, dove per dirla scientificamente la libido subisce un calo, penso che succeda a tutte le coppie: Bhè a noi è successo... ok più a me ad essere sinceri.

Questo periodo ci vediamo poco, lui spesso torna tardi dal suo lavoro, io tutto il giorno nel mio studio a disegnare e la sera ci ritroviamo un po' abbrutiti. Nei W.E.  però facciamo un sacco di cose: escursioni nella campagna Irlandese, pranzi interminabili con gli amici, visitiamo mostre e mercatini e poi   le ubriacature dublinesi da Guinness. 
La realtà è che come ogni coppia, vogliamo e cerchiamo  emozioni da condividere e ricordi da ricordare; Non è forse anche questo il senso dello stare insieme? 
E, la notte avrebbe dovuto essere  tutto uno Sbang! Zeng! Tung!... ma quello che volevo quando ci mettevamo a letto, era solo abbracciarlo, sentire le sue caviglie intrecciarsi con le mie, l'incavo della ascella farsi spazio tra la spalla e il petto e parlare. Parlare sottovoce  per un po', così, fino a quando uno dei due si arrendeva per primo al sonno. 
Ristabilire un contatto di questo tipo, senza andare oltre, mantenere questa energia naturalmente sotto controllo, è una esigenza che sento e che pur discostandosi dal sesso, approfondisce un aspetto della mia attrazione fisica che indubbiamente provo per Edu. 
Cosa significa fare l'amore? Veramente, il fare l'amore lo si esprime in unico modo?
 Ecco, in questa fase, ha avuto priorità condividere quella parte delicata e meditativa di comunicazione che abbiamo sviluppato dopo tanti anni di vita insieme e, mentre  i nostri corpi rilassati rielaboravano il nostro privatissimo ed esclusivo codice erotico, la 'Poetica attesa' mi ha rigenerato e riacceso.

SAN VALENTINO E'...




Quando parliamo dell'amore è impossibile non cadere e ricadere nei luoghi comuni, spesso in contrasto tra loro; Da sempre dell'amore si dice tutto e il contrario di tutto e tutti noi sappiamo di saperne qualcosa...io compreso, che probabilmente mi sono innamorato per la prima volta da adulto e di un uomo.
Io non sono credente, perciò di San Valentino prendo il senso universale e anche soggettivo di quello che rappresenta. Valentino è morto decapitato a 97 anni proprio il 14 febbraio, intorno al 270 d.C. per ordine dell'imperatore romano Aureliano, perchè non voleva abiurare e smettere di celebrare  messe;  Certo a 97 anni uno è convinto che morirà quantomeno di vecchiaia,  comunque ci sono una sacco di leggende diverse su di lui e sulle sue reliquie, sparse un po ovunque, perfino a Dublino.
 San Valentino è principalmente considerato protettore degli amanti  per alcuni episodi che copio incollo pari pari da Wikipedia 

  • Una leggenda, narra come un giorno il vescovo, passeggiando, vide due giovani che stavano litigando ed andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani: i giovani si allontanarono riconciliati. Un'altra versione di questa storia narra che il santo sia riuscito ad ispirare amore ai due giovani facendo volare intorno a loro numerose coppie di piccioni che si scambiavano dolci gesti d'affetto; da questo episodio si crede possa derivare anche la diffusione dell'espressione piccioncini.

  • Secondo un altro racconto, Valentino, già vescovo di Terni, unì in matrimonio la giovane cristiana Serapia e il centurione romano Sabino: l'unione era ostacolata dai genitori di lei ma, vinta la resistenza di questi, si scoprì che la giovane era gravemente malata. Il centurione chiamò Valentino al capezzale della giovane morente e gli chiese di non essere mai più separato dall'amata: il santo vescovo lo battezzò e quindi lo unì in matrimonio a Serapia, dopo di che morirono entrambi.


E così anche dopo la  morte fisica, lo spirito romantico di Valentino, continua nei secoli a proteggere e rappacificare  le coppie (tutte le coppie), suggerendoci il valore assoluto dell'amore ... "la costruzione", perché come ho detto prima, possiamo dire tutto e il contrario di tutto ma una cosa per me è chiara, un punto fermo, come Sirio nel cielo notturno:  l'Amore è costruzione.
Amare, è un lavoro continuo che dobbiamo fare su noi stessi e sulla responsabilità che comporta l'essere amati; amare ed essere amati ci crea interrogativi sempre nuovi, mette a dura prova la nostra morale fino a cambiarla e quando l'amore è credibile, migliorandola. 
Amare è ricercare la felicità e, come dice Robert Louis Stevenson "Non c'è dovere che noi sottovalutiamo tanto quanto il dovere di essere felici. Quando siamo felici noi seminiamo nel mondo benefici anonimi che rimangono sconosciuti anche a noi stessi ".

L'Amore è una necessità, non un lusso.

lunedì

AMORE E PICCOLE SCARAMANZIE


Innamorarsi, è solo una questione di tentativi e quando un tiro va a segno, questa vittoria, questo premio te lo tieni stretto, è il tuo valore aggiunto, è la conferma dell'esistenza della tua umana spiritualità è la magnifica consapevolezza che anche tu sai amare, è la matura responsabilità dell'essere amati.”... così scrivevo qualche post fa e così scriverei ancora. Lo so, innamorarsi ci mette anche davanti alla cognizione che siamo tutti destinati a perderci e, che in questa forma e in questa dimensione, viviamo un tempo finito, in uno spazio definito e che per quanto ne so io, questo spazio e questo tempo sono gli unici che fino ad ora conosco e ai quali faccio riferimento... Però, poi c'è una parte di me, che è spaventata, che non vuole accettare la casualità del destino, la caducità delle cose, la fine degli affetti... ecco, questa parte di me, così fragile e disorientata, cerca rassicurazioni in piccoli riti e atti scaramantici e so per certo, che non sono l'unico a farlo.
Eduardo, viaggia spesso per lavoro e quando sta per salire sull'aereo, mi fa sempre una telefonata, chiedendomi < Cosa mi devi dire?>, io prontamente a chilometri di distanza rispondo < Tengo su l'aereo!> e non lo dico e basta, ma mi assicuro di non avere, braccia, gambe o dita accavallate, questo perché una mia insegnante di italiano delle superiori, mi disse non ricordo per quale motivo < Mentre mandiamo pensieri positivi ad una persona, dobbiamo stare bene attenti ad non incrociare qualche parte del corpo, perché l'energia si rimetterebbe in circolo dentro di noi e non ce la farebbe ad uscire.>ecco pensate, una frase buttata li anni fa, ancora oggi  è capace di condizionare la mia parte irrazionale... sinceramente non mi limito solo a questo, capita di mettermi alla prova anche su questioni di salute tipo < Se, entro un ora ad MTV trasmettono una certa canzone, a Edu passerà la febbre entro sta sera >, potrei allungare l'elenco, ma per rendere l'idea...  penso possa bastare. 
Certo! ora che l'ho detto e rileggendo quello che ho appena scritto, mi rendo conto che è il senso del ridicolo  a prevalere sulla mia zona d'ombra, un po' me ne vergogno, lo so e lo accetto;  In discolpa posso dire, che, espressi in questi modi low profile, i miei piccoli atti scaramantici  mantengono comunque una loro dimensione innocua e naïf, senza trasformarsi perciò in qualcos'altro di più patologico. E' commovente, constatare come davanti al grande punto interrogativo, su quel che succederà l'attimo seguente, specialmente per quanto  riguarda l'amore, molti di noi e io in testa, per una forma di debolezza umana, ci riallacciamo a dinamiche che hanno a che fare ben poco con la realtà, riportando il sentimento dell'amore e tutta la sua carica arcana a uno stato fiabesco e mitologico... Illudendoci (?) che il nostro amore, unico e sorprendente, sia impregnato di una forza misteriosa, capace così di domare il tempo e lo spazio.