lunedì

Voglio darvi un consiglio. Se siete single nell'anima, non vi fidanzate!





Quello che sto per affrontare non è certo un'analisi approfondita e professionale della condizione sociale e psicologica dei single, tutt'altro, è più una teoria emersa dalle chiacchiere intrattenute con diversi interlocutori, mentre aspetto l'autobus o faccio la fila alla cassa del supermercato.
Ovviamente, e sottolineo ovviamente, non ci riferiamo a quei single felicemente realizzati con se stessi, ma piuttosto a quelli che non hanno un partner da sempre o quasi, quelli che vivono storie brevi e tormentate con finali confusi e dove lo stronzo da mettere in discussione, neanche a dirlo è l'altro. Insomma se siete come quest'ultimi, fatevi una domanda. Una delle risposte possibili, potrebbe trovarsi tra queste righe.
A proposito di domande, partiamo con quelle che molti di noi accoppiati ci siamo posti quando ci siamo accorti che si iniziava a fare sul serio. Cosa ho io da offrire? Cosa mi rende attraente al di là dell'aspetto fisico? Cosa significa essere coppia? Qual è il valore aggiunto nel condividere con un compagno un percorso di vita?.
Conversando con quei single scopriamo che hanno una lista mentale rigida e definita. Richiedono partners brillanti e poco invadenti, che abbiano una posizione sociale, cosa che per i single più complessi, potrebbe significare stare anche con un artista outsider e maledetto, un partner che confermi la loro profondità e soddisfi il loro ego.
Sanno perfettamente cosa cercare e pretendere, insomma, se entriamo nello specifico, è una lista di sole richieste. Di fatto, quasi tutti quelli che conosco o che conoscono i miei interlocutori, sono tirchi e calcolatori, antepongono il proprio lavoro, i propri problemi, la propria cura del corpo e i propri hobby a tutto il resto e, nel resto siamo compresi anche noi.
Eccoli lì, concentrati più sul trattenere che sul lasciare, concentrati più su quello che hanno da perdere, che su quello che potrebbero guadagnare e mi riferisco soprattutto ai sentimenti. Pur essendo la singletudine uno state of mind, molti single trovano un partner, si fidanzano, convivono e fanno figli. Allora la fregatura si trasforma in tragedia, la loro anima calcolatrice diventa un centro di sofferenza e malessere per tutti quelli che li circondano. I single accoppiati, non sono solo un ossimoro, sono una calamità! Vivono in trincea, dove la famiglia è il nemico e proprio come a Risiko, colonizzano spazi e stati d'animo, annichilendo chi li ama o tenta di essere amato sul serio.
"Ognuno di noi è una frazione dell'essere umano completo originario, per ciascuna persona ne esiste dunque un'altra che le è complementare. Ed è per questo che siamo sempre alla ricerca continua della nostra metà della mela, non vogliamo essere una mezza anima, ma desideriamo ritornare alla nostra natura originaria, questa ricerca si chiama amore."
Ok, abbiamo un po' scherzato! Non so quanto questa teoria di Platone sia vera per tutti. Però l'esperienza di amare è un atto di generosità, che facciamo innanzi tutto verso noi stessi, è la necessita di confrontarci, la possibilità di migliorarci e soprattutto di donare, completandoci.