martedì

SEPARAZIONI

La sera, prima della mia partenza per Roma era arrivata, avevamo passato quindici giorni intensi, mi ero preso cura di lui più del necessario, gli avevo rimesso a posto l'armadio dei vestiti, rifatto gli abbinamenti , comprato alcuni golfini e pantaloni che gli servivano; quasi tutte le mattine gli portavo il caffè a letto e quando rincasava la sera gli facevo trovare un bicchiere di rosè fresco con un pò di succo di mirtillo e una fragola intera messa dentro e brindavamo a noi. L'ho fatto perché Eduardo in questo periodo lavora molto, ritorna stanco con una faccetta provata , ma sempre con il sorriso e tento di rigenerarlo con queste piccole attenzioni... perché lo amo, perché se lo merita e perchè è anche il compito di un compagno farlo.
Così a letto, prima di addormentarsi, mi abbracciava e appoggiando la testa sul mio petto, mi ripeteva di non partire;  Mentre gli accarezzavo i capelli e mi riempivo di tenerezza, la mente andò ad un fatto che mi successe qualche anno fa.. e che portava all'estremo il concetto di separazione e che quella notte ripensandoci, mi tolse il sonno.

Ero ad un aperitivo con alcuni amici, nella zona di Testaccio, stavo già con Eduardo e lui, già allora viaggiava spesso per lavoro e quindi non era li con me.
Mi allontanai dal gruppo, per andare in bagno e mentre finivo di fare pipì agli urinatoi, una voce alle mie spalle mi dice < complimenti alla mamma, che t'ha fatto cosi  > ... perplesso mi girai e di fronte mi trovai un uomo dall'aspetto vagamente dimesso, con quella che a colpo d'occhio, poi confermato, sembrava essere una paresi, che colonizzava  metà del corpo e che gli faceva assumere una posizione innaturale, mentre la bocca leggermente collassata da un lato, lo faceva sbiascicare un po nel parlare, però nell'insieme  era gradevole, il suo sguardo era vivo e penetrante e sembrava simpatico, così risposi < Ho capito, pensi di essere Alvaro Vitali, io Carmen Russo e questo il set di Pierino la peste, non ci sono altre spiegazioni  lo dissi divertito e con leggerezza , mentre uscivo.
Più tardi, mi cercò e si sedette vicino a me, gli sorrisi e dissi < aspetta, prima che inizi a parlarmi, sono fidanzato e credo alla fedeltà come forma di disciplina sentimentale > e lui  < quindi non si scopa? > risi tanto, sto tipo era realmente acuto e brillante, < No, non si scopa!  iniziammo a parlare e si presentò così< Sono Andrea e mi piace rimorchiare , non solo nei cessi > , scherzammo su quella didascalica presentazione e poi incuriosito mi feci raccontare delle  varie situazioni e tipologie che gli capitavano nel suo rimorchiare, non so se tutto corrispondesse a verità e in fondo neanche mi interessava, mi stavo divertendo e dopo un po feci la mia prevedibile domanda < ma non ti sei mai innamorato?> ... <Si è successo... > vedendolo imbarazzato, aggiunsi < vabbe, a tutti capita di non essere contraccambiati...è normale facendosi serio e composto, rispose < Sai, io un amore l'ho avuto, un amore solo, si chiamava Roberto, vivevamo insieme...un giorno mi arriva una telefonata in ufficio, era la madre, che tra le lacrime e i singhiozzi, riuscì a dirmi solamente, Roberto è morto!... non mi ricordo più niente, dal dolore sono caduto in coma, mi sono risvegliato dopo quindici giorni, con mezzo corpo che non si muove, con mezza bocca che non si muove... vedi prima ero così > tira fuori il portafoglio e dal portafoglio una fotografia a colori <  Quì, siamo io e Roby in vacanza, era bello vero?, la foto dai bordi rovinati, era l'icona della felicità,  due uomini abbracciati e sorridenti  sotto un sole estivo, tra un mare azzurrissimo e un cielo senza nuvole;  Andrea prima del colpo, era bello sul serio, il suo compagno lo avrei definito ordinario, ma lui lo vedeva con gli occhi dell' innamorato.
La conversazione divenne naturalmente cupa, intima, l'ironia lasciò il passo alla tristezza, le parole divennero basse, rallentate, raccontò della sua solitudine < penso a Roby continuamente, nei momenti più diversi; quando bevo, quando guardo la tv, anche quando scopo, penso a Roby e allora i miei occhi si chiudono e qualche lacrima scende, la cosa divertente è che nessuno se nè mai accorto> ...con un cinismo disarmante aggiunse  < lo so, la vita è anche questo, la vita è bella perché c'è la gioia e c'è il dolore... mi volevi dire questo? >, che cosa rispondere, ad un uomo così lucido nell'esprimere la sua anima straziata da una separazione, così totale e irreversibile?
Delicatamente la conversazione ritornò alla normalità parlammo dei cocktail e del cibo, poi io tornai dai miei amici.
Lo rincontrai un paio di volte, ci salutammo come fanno due vecchie conoscenze, pacche sulle spalle e frasi di circostanza, di quel dolore condiviso, era rimasto solo un po' di imbarazzo.

Poi qualcuno mi disse che Andrea, come ogni giorno si era svegliato, si era lavato e vestito per andare al lavoro e invece di uscire dalla porta, prese la via più veloce, otto piani in caduta verticale, dalla finestra all'asfalto.

Mi piace pensare, che prima di cessare di esistere, durante quel breve tragitto, abbia pensato al suo Roby, che, accogliente, sorridente e abbronzato, lo chiamava sotto un sole estivo, tra un mare azzurrissimo e un cielo senza nuvole  < Andrea, vieni, vieni qui, facciamoci questa foto, sorridi amore mio, sorridi..uno, due....tre >.


4 commenti:

  1. Che triste questa storia. Io amo alla follia il mio uomo, e se un giorno mi venisse strappato brutalmente non so proprio come reagirei. Sono, a differenza di come mi vedono i miei amici, molto forte, e credo che riuscirei a reagire e risollevarmi, però non so se avrei il coraggio di ricominciare una relazione seria...

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    1. forse avrei dovuto capire che quell'uomo era già in un altra dimensione :(

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  2. Madonna santa, non è un post, è una coltellata nell'addome. Di una bellezza lancinante, sul serio.

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