mercoledì

MA, COME SI PUO' ?

 Ma, come si può?... è questa la domanda che mi faccio quando vengo a conoscenza di storie del genere.
Anna è un ragazza, bella, educata e dai modi gentili, anche lei è italiana e ha scelto di vivere a Dublino ormai da diversi anni.
 Era un pomeriggio di un fine settimana e come spesso accade, con Edu ci trovavamo in un affollato Marks and Spencer  per fare la spesa. E' stato proprio tra i corridoi pieni di cibo e offerte 3x2 che le abbiamo incontrate o meglio le abbiamo scontrate... con il nostro carrello. Anna riconoscendoci subito e con la grazia che la contraddistingue ci diede un un bacio sulla guancia e poi ci presentò finalmente  Eve, la sua teutonica compagna  tedesca "... Tra due giorni ci uniamo civilmente, una cerimonia semplice non abbiamo neanche scritto le promesse, una cosa d'ufficio insomma, le firme e poi un pub con un po di persone"
Sono sorpreso e deluso "Scusa Anna, il giorno della vostra unione,  è un giorno realmente importante, per voi e per i vostri parenti e amici. Le promesse sono fondamentali, sono parole scritte è il vostro impegno morale, il vostro codice di riferimento e tutti gli invitati ne sono testimoni. Celebrare l'amore, mette in circolo l'amore, alla nostra  piangevamo tutti e gli effetti benefici di quella giornata così intensa, ancora sono vivi sopratutto tra i nostri genitori..."  e quì mi interrompo perché Edu mi molla un calcetto e mi riporta alla realtà, evidentemente mentre ero lanciato nei miei voli poetici, mi era sfuggito qualcosa. Gli occhi di Anna sono bassi, Eve le ha messo una mano sulle spalle come per proteggerla "Anna, che succede?" la sua risposta arriva sussurrata e incerta "... Ale, purtroppo la mia famiglia non ci sarà, sono molto religiosi, frequentano la chiesa regolarmente e i loro amici, sono quelli della parrocchia... Così qualche anno fà, quando ho trovato il coraggio di dirgli che ero omosessuale, mi hanno cacciata, mi hanno detto che ho scelto di stare con il diavolo. Non vogliono sapere  più nulla di me, ho cercato più e più volte di parlare con loro,  ma quando capiscono che sono io, dall'altra parte del telefono sento solo un click!. L'ultima volta sono tornata in Italia apposta, gli ho citofonato, si sono affacciati alla finestra e quando mi hanno riconosciuta hanno abbassato la serranda. Nei genitori di Eve ho ritrovato in qualche modo quello che ho perduto"  "...o probabilmente mai ricevuto" aggiunsi con un indelicato tono sarcastico, Edu mi fulminò con lo sguardo, poi per toglierci dall'imbarazzo le salutammo e  proseguimmo verso le casse.
Tornando a casa ero silenzioso, cercavo di capire e forse ero vicino alla soluzione del perchè di una cerimonia così punitiva. Per Anna c'èra poco da festeggiare: il senso di colpa per aver disgregato la famiglia con il suo coming out era un dolore troppo grande, un vuoto troppo presente. Anche se non sono un sociologo è facile intuire il tipo di educazione che Anna ha subito e con la quale continua a fare i conti regolarmente.
Mi girai verso Edu che mi camminava a fianco e sbottai "Ma come si può, togliere amore ed elargire in cambio dolore e frustrazione? Dove va a finire la compassione o quella comprensione profonda e pratica che specialmente un  genitore dovrebbe provare verso i propri figli? Ma quale tipo di dio chiederebbe questo?  Se io credessi, sarei più propenso a credere  in un dio buono che ci ha fatto tutti diversi, proprio perchè tutti attraverso l'amore e le sue sfaccettature avessimo qualcosa da imparare e qualcosa da insegnare... non pensi?"
Edu  sorrise con dolcezza e mi rispose tirandomi un bacio.

Il giorno dopo  ad Anna e Eve mandammo un coloratissimo mazzo di fiori  accompagnato da una lettera, questa: 
Anna e Eve, vi auguriamo che il giorno della vostra unione, sia un immenso arcobaleno, sia un giorno pieno di lacrime di gioia e sorrisi d'amore, sia pieno di abbracci e baci e interminabili brindisi, sia un giorno colmo di promesse, sia l'apertura per una nuova strada, una strada nuova di zecca, dove portare le cose più belle, perchè quelle brutte arriveranno comunque... è soltanto arrendendosi al richiamo sincero dell'amore e della sua infinita bellezza che si contrasta la bruttezza di una società miserabile e bigotta.
... e se vi siamo sembrati troppo Hippy, allora  aggiungiamo anche un sincero ... Peace & Love !
Ale E Edu



5 commenti:

  1. Azz che storia triste, povera Maria.. ma già è stata coraggiosa a vivere tutto questo.. non è da tutti. Forza Maria & Eve!!

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  2. che tristezza, ma come si fa a tagliare i ponti con i propri figli?

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    1. pensa The Red, che statisticamente c'è un numero impressionante in Italia di ragazzi/e gay, buttati fuori di casa... e tra i senza tetto c'è un numero statisticamente superiore tra etero e omo :(

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  3. leggo ora la tua risposta. non ho parole di fronte a questi fatti. non mi escono proprio. a volte non ci si pensa, io per esempio tendo ad essere più ottimista perché sono stata fortunata, poi leggo questi racconti e vengo a sapere che effettivamente non sono una rarità i ragazzi gay cacciati di casa. veramente desolante. non c'è modo per dare supporto?

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