sabato

EDU - DUBLINO - SAN VALENTINO !


Il 14 febbraio del 2011, usciti di casa in tarda mattinata, a quei tempi abitavamo a Gran Canal Quay,  nella zona 2, un quartiere nuovo pieno di palazzi in pietra e vetro. Quella mattina dicevo, Dublino ci appariva sorprendentemente soleggiata, il calore rilassava i muscoli del viso e ci faceva uscire le mani dalle tasche, tuttavia come passavi all'ombra una temperatura fredda e pungente ci ricordava che non era Aprile e che non eravamo a Roma. Edu con un tono di mistero e sguardo vago mi fa capire che ha in mente qualcosa...  < ora ti porto in un posto...è una sorpresa >  ecco, non lo sopporto quando fa così, mi fa sentire subito come Roger Rabbit,  l'attesa di sapere mi rende curioso, goffo  e inadeguato ; era così fin da piccolo, quando il giorno della Befana, prima di alzarmi dal letto avevo quelle farfalle nello stomaco e ci stavo male, ma male male.  Scherzando su le mie supposizioni, molte delle quali  assurde e buttate lì, iniziamo a camminare, ma prima ci fermiamo alla caffetteria lungo la strada, Il Valentino, che di italiano ha solo il nome, ma fa un espresso forte e caldo, da far concorrenza ai napoletani; passiamo per Grafton Street, la via dello shopping, bhè comprare vestiti e scarpe è sempre un Must del festeggiamento e le vetrine di Brown Thomas anche sta volta sono proprio belle... ma da parte di Edu  nessun segnale; tiriamo dritto tra le mie domande  senza risposte e le sue facce da sfinge; arriviamo su Francis street, la via degli antiquari, < forse una cornice decò? Oppure, un candelabro liberty da mettere sul camino? Insomma qualcosa del genere, che fa tanto status... avendo esaurito le idee chiedo, < quanto manca?>  e lui  < siamo arrivati > ci fermiamo davanti all'entrata di una chiesa... < una chiesa ? Perchè ? > ne io ne lui siamo credenti < abbi fede >  mi dice, <...fede?.. >. 
Entrando nella WHITEFRIAR STREET CHURCH, la tensione diminuisce, Edu mi porta sotto una statua di gesso a grandezza naturale  dipinta con vivaci tempere acriliche e leggo : Reliquie del corpo di San Valentino, regalato nel 1835 dal Papa Gregory XVI. < Buon San Valentino >, su una balaustra in marmo grigio, giace il registro degli innamorati, Edu lo apre con cura e inizia a scrivere promesse e desideri che io non posso leggere < sennò non si avverano>, dice lui; Aaspetto il mio turno e alla fine ai piedi del santo mi sono lasciato andare anche io, daltronde era Ennio Flaiano che diceva "Noi viviamo, grazie a Dio, in un'epoca senza fede" vivendo quell'esperienza estetica con rispetto e una dose di agnosticismo,  ho scritto con amore sincero le mie promesse e i miei desideri; affidandoli all'ignoto.
Usciti dal crepuscolo innaturale della chiesa, fummo accolti di nuovo da quel magnifico sole, era già l'una e la fame si faceva sentire, dopo aver nutrito lo spirito, ora toccava allo stomaco. Il ristorante, era tra quelli che preferisco, Brasserie 66, non molto distante dalla chiesa; mi diverte tanto pranzare lì con Edu e so già cosa prenderemo, il chicken to share, praticamente un pollo intero messo su un piatto ovale con verdure grigliate, purè di carote e patate, più una tonnellata di patate fritte extra,  mangiare nello stesso piatto, fa molto Lilly e il Vagabondo e  festeggiare il nostro amore così, alla fine mi era piaciuto, come mi aveva inaspettatamente emozionato, scrivere e ribadire così i miei sentimenti verso Eduardo.
Tornati a casa, mi stavo togliendo le scarpe, quando Edu mi chiama...
E lo trovo li, in ginocchio tra il tavolino, il divano e l'enorme finestra che lo illumina come una foto svraesposta, il suo braccio sinistro è teso verso di me la sua voce dolce e decisa, < Sposami, uomo della mia vita >, nella mano ha una scatolina, la prendo la apro è "l' anello"... vorrei ironizzarci su, vorrei dire qualche cazzata,  ma niente... silenzioso piango, mentre dalla gola bloccata e intorpidita dalla commozione riesco solo a emettere un flebile, ridicolo e smorzato  <  ... Si  >.

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