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SIAMO GAY, CIOE' NORMALI di Tommaso Cerno (da L'Espresso 6 giugno 2011)

Centinaia di migliaia di persone: impiegati, professionisti, studenti. Giovani e anziani. Che non gridano slogan ma non vogliono più vivere nascosti. E magari sognano di avere una famiglia, anche in questa Italia dell'omofobia


...Anche perché nel resto d'Europa quei diritti civili che qui sembrano così rivoluzionari sono ormai la regola. Alessandro Bentivegna, costumista romano, lo prova sulla sua pelle da quando il compagno Eduardo Barbaro, manager in una multinazionale, s'è trasferito a Dublino per lavoro. Da pendolare forzato, ha capito cosa significhi vivere in un Paese che riconosce l'uguaglianza fra gay ed etero: "Non è solo un fatto giuridico, è proprio il clima sociale che cambia. La gente ti rispetta davvero, ti aiuta, sei uno come gli altri", spiega. Già. Mentre in Italia la Consulta diceva "no" ai matrimoni gay, il governo di destra irlandese varava i "civil partnership". E così Edu e Alex, il 17 maggio, si sono registrati: "Mentre firmavamo ho detto all'impiegata "I think, I'm crying" e lei mi ha sorriso, poi s'è commossa ed è finita con baci, lacrime e congratulazioni di tutto l'ufficio. Io e Edu ci siamo sentiti come i neri d'America la prima volta che hanno votato", racconta Alessandro. Si sposeranno il 13 settembre e daranno un party all'irlandese: "Fiumi di birra come si usa qui, con parenti e amici. Una festa legale, dove davvero lo Stato sostiene il nostro amore e il nostro progetto di vita", continua Eduardo. Poi torneranno in Italia e replicheranno i festeggiamenti a Roma. "Avremo voluto unirci qui, nella nostra città, dove siamo cresciuti, nonostante l'Italia non ci ami e il governo ci denigri con frasi che offendono prima di tutto i nostri genitori e armano la mano e la lingua degli omofobi, bollandoci come froci", aggiungono.
Froci che per accendere un mutuo, per esempio, devono sperare in un favore della banca: "Per la legge noi due non siamo nulla, quindi la mia firma sul mutuo di Eduardo non ha senso. Non è possibile che tutto dipenda solo dall'educazione di un singolo"... 


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