martedì

IL DISTACCO ( e la consapevolezza che tutto finisce)


Da ogni cosa ci si può mettere al sicuro, ma per la morte abitiamo tutti una città senza mura.
Epicuro

Era da qualche giorno che stava male e un pomeriggio appena tornato dall'asilo, mia madre mi caricò in macchina e andammo a trovarlo. Mi ricordo la sua stanzetta illuminata solo da una abajour, mia zia era seduta in un angolo del letto e lui in un altro angolo che dormiva a pancia sotto... avrei voluto svegliarlo, ma mia madre con delicatezza, mi disse che potevo solo tirargli un bacio con la mano e così ho fatto; poi venni preso in braccio e portato fuori.
Andrea era mio cugino, il mio compagno di giochi e all'epoca io avevo cinque anni e lui sei, non l'avrei mai più rivisto e a mia madre toccava il compito di dirmelo...
Qulche giorno dopo, ero seduto sul pavimento del salotto intento a disegnare... dalla tensione di quei giorni avevo percepito che qualcosa stava succedendo; I bambini esattamente come gli animali, dove non ci arrivano con la logica ci arrivano con l'istinto. Si avvicinò leggera, si accovacciò vicino a me e con calma disse < Alessandro, ascoltami, Andrea ultimamente si era ammalato tanto e l'unico modo per farlo stare meglio è stato trasformarlo in un angioletto, ora è in un posto bellissimo insieme ad altri bambini con le ali e mi ha detto di salutarti e che ora sta bene e non soffre più >... c'era qualcosa che non mi tornava, se la notizia che mia madre mi stava dando era una bella notizia, perché allora aveva gli occhi pieni di lacrime? La osservavo cercavo di capire, stava per accarezzarmi quando tutto mi fu chiaro, le diedi una spinta e urlai < Mamma, Andrea è morto! È solo morto!> … < E' un angioletto sta bene ora... >, mi ripeteva con un tono più convicente possibile, < Brutta bugiarda è morto!!!>... poi andai a rifugiarmi sotto il divano e iniziai a piangere a dirotto, me la ricordo inginocchiata mentre allungava il braccio tentando di tirarmi fuori da li, mi ricordo che l'ho riempita di calci e pugni... io da la sotto non avrei voluto più uscire.
Dopo poco, mio padre venne con passo veloce, riconobbi le sue scarpe, sollevò il divano e mia madre potè finalmente prendermi, ormai piangevo sommessamente, il viso e le mani erano graffiate e sporche di sangue, per via della rete del divanoletto; Mamma e papà si strinsero intorno a me in un abbraccio e restammo così per un pò.
Con gli anni seppi come erano andate le cose; Andrea venne ricoverato in ospedale dove morì di meningite fulminante, i miei zii non si ripresero mai più completamente, per mesi e mesi passarono le notti davanti al cimitero aspettando l'apertura, spesso se ne stavano in macchina, sospesi, mentre con i fari illuminavano la piccola lapide al di là del cancello. Poi anche per loro la vita riprese a scorrere, ma ormai era irrimediabilmente compromessa.
Da quel momento iniziai a intuire il significato della morte, nei giorni successivi, la nostalgia delle giornate passate con mio cugino e la consapevolezza che non ci avrei mai più giocato, erano pensieri fissi che mi toglievano l'appetito e mi rendevano solitario; Compresi così, che la morte dona dolcezza ai ricordi e impreziosisce e rattrista il distacco, spesso piangevo pensando a quando non avrei più rivisto i miei genitori, le mie sorelle, ormai avevo capito che nulla sarebbe durato per sempre e quando capisci questa semplice regola, perdi un pò di quell'oblio dell'innocenza.
 Poi anche per me, la mia piccola vita riprese a scorrere, ma Andrea ancora oggi, ogni tanto riaffiora nei ricordi, così all'improvviso... come all'improvviso l'ho perduto.

2 commenti:

  1. Seguo il tuo blog da un bel po' - da prima di scriverne uno mio - ma sono sempre stata una lettrice silenziosa che si limitava ad osservare. Questo ultimo post mi ha colpito, ci vuole fegato a condividere un episodio così doloroso mettendo un pezzettino della propria anima a nudo di fronte a tutti. Sei Forte, in ognuna delle tante sfaccettature che questa parola può significare. Vorrei essere capace di scrivere qualcosa che possa darti un po' di sollievo, ma credo che le parole non servano a niente di fronte ad un dolore di questo genere.

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    1. Grazie per le belle parole, parole preziose che fanno bene. <3

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