giovedì

IL COMING-OUT DI EDUARDO 1°parte. febbraio 2006

Il coming out di Eduardo, fu più complesso del previsto.
Dopo una settimana dalla nostra prima cena, iniziammo a convivere, lui stava cercando un appartamento insieme con la sua amica di infanzia Elisa, tanto amata dalla sua famiglia ...e poi anche da me. 
 I genitori, con i quali Edu aveva vissuto fino a qualche giorno prima,  avevano accettato a malincuore la sua emancipazione definitiva; Fatto sta che Eduardo, quando si trasferì da me, li trovò preparati solo a metà < Ma non doveva essere Elisa?...Con chi stai abitando?... E adesso questa chi è? >, Edu rispondeva evasivo, che stava convivendo con una persona conosciuta da un po' e con la quale aveva instaurato un rapporto di conoscenza e, visto che la cosa era ancora fresca, preferiva non parlarne; Badate bene, quale figlio etero per definire la compagna, la fidanzata, la ragazza...usa il termine neutro e anonimo di persona? I genitori all'inizio, scambiarono la sua reticenza per timidezza e ogni volta che andava a cena da loro, lo punzecchiavano amorevolmente per saperne di più, dopo tutto erano passati pochi giorni.
Ad Elisa, che nel frattempo stava ancora cercando un altro coinquilino, non le restava che mentire spudoratamente durante le sempre più insistenti sessioni telefoniche alle quali la mamma di Edu, la costringeva, <...no,signora, non li ho ancora visti insieme, Edu sembra innamorato, è quello l'importante, no?... si, si, appena so qualcosa in più,  la richiamo io...ok .. a risentirci, un bacio, si le saluto anche mia madre. > Click!

I giorni insieme  diventavano settimane, il concetto di coppia, prendeva sempre più forma e sostanza, eravamo allegri e pieni di energia fisica e mentale, ci paragonavamo su tutto, gusti musicali, film, politica, senso dell'umorismo, cibi preferiti, punti di riferimento e visione della vita.

Intanto, i tentativi per sapere chi io fossi, proseguivano inesorabilmente.
Una sera,  mentre era a cena dai suoi, la madre, notando alcuni peli di Pedro ( il mio cane) sulla maglia di Edu, con simulata dolcezza gli disse, < Vedo che questa ragazza misteriosa,  ama i gatti, almeno dicci se è mora o bionda...> , balbettando Edu rispose <…. em ...bionda > e nervosamente chiuse il discorso, i genitori però, quella volta tentarono di riaprirlo, anche con una certa insistenza.
Era chiaro, con il passare del tempo, accusavano la botta, erano stati sempre preoccupati a non litigare a non aggredire, preoccupati a non spaventare il loro amato figlio, promuovendo un atteggiamento aperto e pronto al dialogo, ma il malumore iniziava a serpeggiare, la pazienza a finire e il self control a cedere.
Dopo tre  settimane, l'emergenza era da codice rosso, la tensione palpabile; Angelica, la sorella minore, sapeva dell'omosessualità del fratello da diverso tempo e sapeva perfettamente chi amava e con chi viveva, ma durante le sempre più frequenti discussioni, con e senza Edu, lei aveva mantenuto il segreto e anche quando la prendevano di mira, lei stoicamente negava di saper qualcosa e si metteva in modalità parafulmine.
 Edu, stancamente temporeggiava, ma la situazione era fuori controllo, la nostra felicità, stava costando ulcere ed emicranie, bisognava dirglielo, si ma come? 


...“Mamma, Papà la persona che amo e con la quale convivo, non è una bella e bionda giovane figa, che magari da qui a pochi anni, vi sfornerà nipotini a Go Go, ma … Taratataaà... Lui” (cioè io, che di biondo mi erano rimasti solo i peli sul petto e sulle braccia e a quanto a figa, non ne vedevo una, da un bel po’ di tempo)...magari, non proprio così, ma bisognava dirglielo.


 Una sera, eravamo a letto e proprio come succedeva a Casa Vianello, io sbottai.. < Uffa, Edu, devi chiarire con loro... ormai è un mese che viviamo insieme, vivere come due clandestini non è quello che voglio per noi, è medievale, è da complessati e rappresenta tutto quello che mi ripugna e che combatto, se non dici la verità, la mia stima per te è destinata a diminuire e amore e stima vanno di pari passo, fai l'uomo e che cazzo! > , ero stato volontariamente diretto e duro, perche quella condizione di torpore morale doveva risolversi e vista la tristezza e il tormento di Edu, avrei voluto che si risolvesse quanto prima.
Iniziammo a discuterne animatamente, ci confrontammo per diverse ore parlando d’identità morale, autenticità intellettuale e perfino  di famiglie elettive e famiglie biologiche.
Edu era uno straccetto preoccupato ed io mi sentivo il detentore della verità assoluta; Poi, a vederlo con quegli occhioni tristi e infantili che sommessamente evitavano i miei, fui io che capii una cosa...  Che quel senso di amore e gratitudine verso i genitori e la ricerca della nostra emancipazione possono essere un mix, capace di annichilire perfino King Kong, era successo anche a me.

 Mi alzai e diretto verso la cucina aggiunsi < Facciamo una pausa, ti faccio una camomilla, ti abbraccio un pochino e poi se ci va riprendiamo > .
Rannicchiato in un angolo del letto, con la tazza in mano, beveva a piccoli sorsi mentre mi ripeteva < lo so, hai ragione, è da perdenti vivere la propria omosessualità, nascosti, incorcati, non è il mio ruolo in questa società, non sono io e non siamo noi due > , mentre gli accarezzavo i piedi (è una cosa che lo rilassa totalmente), con tono rassicurante gli chiesi, cosa temesse di più < è il dispiacere di dover far cambiare ai miei, la percezione che hanno di me... > , lo interruppi < si, ma così avresti la possibilità di instaurare con loro un rapporto rinnovato e autentico, l'amore che loro provano per te,  si baserebbe su dati reali e non su false aspettative, che alla lunga creerebbero incomprensioni, silenzi e insincerità e l'inevitabile ipocrisia; L'autenticità, ridefinisce e rafforza la tua dignità e rimette in gioco la loro, è una possibilità per capire chi sei tu e chi sono veramente loro e adesso, se ci riesci, prova a dormirci su > .
La mattina seguente, era piovosa e grigia, Edu di cattivo umore e io compresi che riprendere il discorso, in quel momento sarebbe stato un massacro, così proposi < dai portiamo giù Pedro e andiamo a fare colazione al bar, ti va? >, dopo mezz'ora eravamo seduti a mangiare cornetti, il sorriso era tornato e Edu disse < non aspettarmi per cena, torno dai miei e glie lo dico, sta storia è diventata una barzelletta miseramente ridicola > ...quel giorno per telefono ci sentimmo diverse volte, ma evitammo il discorso.
Era sera, prima di entrare nel portone dei suoi, Edu mi fece una chiamata < Allora, secondo me, mia madre la prende bene, è una insegnate d'arte, in classe ha ragazzi gay e li ha sempre difesi, poi tra i miei amici storici c'è Daniele, gay super dichiarato che lei ha sempre trattato con amore e rispetto. Il problema potrebbe essere mio padre, ne ho parlato con Angelica e dice, che per lui sarà una batosta, però mi ha detto che lo devo fare, perché per papà ci sono prima i figli e poi il resto del mondo...ti chiamo quando esco..a dopo amore mio >
Dopo circa un'ora, mi richiama, il tono della voce è avvilito, le parole rallentate < ..Ale…è successo l'imprevedibile... in senso brutto, arrivo a casa e ti dico > … lavai quei due piatti della mia cena, rimisi delle cose in frigo, poi andai in soggiorno, mi misi seduto sul divano e preoccupato e rattristato aspettai il suo rientro.

Per la 2° parte Clicca quì

3 commenti:

  1. Il racconto è molto interessante proprio perchè tratto dalla vita vera :) L'ho letto tutto d'un fiato. Son curioso di sapere com'è andata a finire :)

    Vittorio.

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  2. Io in qualità di spin off del post, alias coinquilino e oltre dell'amata Elisa, anche se l'ho già ascoltato più volte, Non vedo l'ora di risentire il finale :-D Yari

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