domenica

ANIMA ANIMA-LE



Era da qualche mese iniziato il 21° secolo, ero fidanzato con un laureando alla Luiss, mi ero comprato casa e l'avevo arredata in stile romantico minimale, quadagnandomi insieme ad altri tre eletti, una foto su una rivista di arredamento giapponese, con il titolo Piccoli appartamenti europei, insomma ero un figo, anche il lavoro andava a gonfie vele, mi era rimasto un solo desiderio,  possedere un gatto Canadian Sphynx, se non ce lo avete presente, sono quei gatti rosa pesca, senza pelo, magri e aristocratici; ecco nel mio piccolo appartamento europeo, sarebbe stato il tocco pop e decadente che mancava, avevo già chiamato un petshop vicino casa e dovevo solo richiamare per prendere un appuntamento... ma gli eventi presero un'altra piega.

Una domenica, andando a pranzo dai miei che abitano fuori Roma, in un mix di villette e campagna, mentre rallentavo per parcheggiare, mi attraversarono la strada due canoni pastori seguiti da un terzo, un canetto di media taglia, bianco a spot arancioni, camminava dietro di loro, timido, con la codina pelosa tenuta orizzontalmente, le orecchie ricadevano ai lati del muso come un caschetto anni '20 e gli occhi assenti sembravano due cioccolatini fondenti. Entrato in casa, chiesi informazioni < Papà ma di chi è quel cane che sta insieme ai cani pastori?> … < Mah! Non ho capito bene, penso che sia dei cacciatori, ma non lo portano a caccia e spesso, sia noi che i vicini gli diamo da mangiare, noi non possiamo tenerlo, abbiamo già Pippo e Sisina >. Dopo pranzo eravamo in giardino a fumare, e dall'altra parte della rete riapparse quello strano quadrupede, mi girai verso mio padre e dissi < Senti, io me lo prendo, vado al circolo caccia e gli dico che me lo porto via > e così feci. Al circolo caccia appresi perchè non lo volevano più, un vecchio dalla faccia simpatica, ridendo mi rispose < Quel cane è una pippa, gli uccelli che cadono uccisi, lui va li, li odora e si allontana, se andiamo in una direzione, lui da solo va dalla parte opposta a mangiare l'erba... insomma una pippa!> , un cane da caccia che non ama la caccia.... molto hippy.

Tornato indietro, arrivai alla macchina, lui era nei paraggi, lo chiamai con il primo nome che mi venne in mente < Pedro! Vieni qui > , lui arrivò vicinissimo a me, scodinzolava vagamente impaurito, aprii lo sportello  della macchia, mi guardò, restammo occhi negli occhi per qualche istante poi salì velocemente.
Arrivati a casa, si mise in un angolo e dormì per circa due giorni, risvegliato iniziò a girare per casa, poi mi venne vicino, appoggiò il muso sulla mia gamba e inizio a pignucolare per un po, dopodichè fece un lungo sospiro e da quel momento si trasformò in un perfetto cane di città, che beve acqua fresca e mangia croccantini vitaminizzati solo per noia e mai per fame, che dorme su un cuscino in cotone, ma anche ovunque sul pavimento e che pretende di uscire alemeno tre volte al giorno.

Appena dopo la laurea, Camillo (così si chiamava) mi avrebbe tempestivamente lasciato, per seguire la carriera di avvocato a Londra, obbligandomi direttamente e indirettamente a mettere tutto, ma tutto tutto in discussione e in questo periodo cupo e doloroso, Pedro mi è stato sempre vicino, mi ha dato regolarità e preteso regolarità, quando arrivavo stropicciato alle 8.00 di mattina, dopo nottate di bagordi, lui mi aspettava dietro la porta, ed io lo sapevo, lui aspettava me, non solo per pisciare e mangiare... lui aspettava solo me.

Determinante è stato l'incontro con Edu, si sono capiti al volo, probabilmente Pedro è riuscito a comunicargli con il pensiero qualcosa tipo < Guarda, tu ad Alessandro piaci parecchio, resta con noi... vedrai all'inizio opporrà un pò di resistenza, ma lui ha bisogno di te e pure io...non ce la faccio più a dividere l'appartamento solo con lui > , si penso siano andate proprio cosi le cose; Fatto stà che Pedro ama profondamente Edu e quando Edu passa i periodi a Roma, Pedro è più vitale, vuole giocare e stare con noi, quando usciamo lui cammina immezzo a noi e se ci abbracciamo, lui inizia ad abbaiare, ma non per gelosia, ma perché vuole essere abbracciato anche lui, allora lo prendiamo in braccio e lui ride... sul serio, mette gli angoli della bocca in su e socchiude gli occhi.
Mentre, quando non siamo a Roma, succede che qualche amico viene a dormire da noi e con altri amici si organizzano per accudirlo, tutto pur di non fargli cambiare casa, portarlo a Dublino con l'aereo avanti e indietro, sarebbe uno stress troppo forte per il suo soffietto al cuore... ma lui è riconoscente, lui li ama tutti !

Perché ho deciso di parlare di Pedro? Perché non so per quanto vivrà, ha ormai più di tredici anni e una volta morto, il mio post consisterebbe solo a ringraziarlo dei bei momenti passati insieme, del suo dare senza chiedere ecc ecc. La verita è che  è  spesso insopportabile, accentratore, rumoroso, di notte va in giro per casa e sentire quelle zampette che camminano sul pavimento di legno è una tortura, scippa con la bocca gelati e pezzi di pizza dalle mani dei bambini, ha pisciato addosso ad una signora sulla sedia a rotelle, a un cieco seduto ad una panchina e ad un indiano che vendeva orecchini, spesso mentre ci dorme vicino scorreggia e siamo costretti ad aprire le finestre, quando è inverno è doppiamente deleterio, la mattina presto ti viene a svegliare con una bella e dolorosa zampata in faccia e non è perchè vuole uscire, ma solamente perché vuole attenzioni, così come quando abbaia ininterrottamente è perchè vuole i biscotti, il veterinario ci dice che va ignorato... ma vince sempre lui  i decibel che raggiunge sono devastanti e poi quando cambia il pelo, il pavimento si trasforma in un ovile, ciuffi sparsi di pelo bianco ovunque sopratutto sui vestiti, sono giorni di aspirapolveri e spazzole.
Quando dorme profondamente, non solo russa, ma agita le zampe, emette strani suoni, sbatte la coda, ha una attività onirica sorprendente... allora penso <... ma se sogna avrà anche delle aspirazioni? Delle ambizioni?> e mi chiedo, <...gli ho tarpato le ali? Sogna di stare con persone migliori di noi, in case migliori della nostra? Sogna di mangiare la coda alla vaccinara, invece dei soliti croccantini?> e nel dubbio mi rispondo, <menomale che non ha le corde vocali adatte per dirmelo e il pollice opponibile per scrivermelo>.

L'aspirazione a vivere in un appartamento da copertina, con un compagno snob e anaffettivo, con un gatto rosa pesca senza peli, circondato da una estetica da rotocalco settimanale; Grazie anche alla mia convivenza con Pedro, si è trasformata in qualcosa che ha  assomigliato da sempre alla mia visione della vita, cercando di capire il suo punto di vista (quello di un cane), ho capito che le risposte più adatte e sagge ai grandi temi esistenziali, sono spesso basiche e istintive, sforzandomi ad ascoltare la sua semplice e vulnerabile anima animale ... ho finito così per ritrovare e comprendere anche la mia.


lunedì

TIENILO BENE AMMENTE.


Si avvicinava il secondo anniversario di matrimonio e cominciavo a pensare a come festeggiarlo. Edu sarebbe tornato a Roma per alcune riunioni di lavoro alle quali aveva attaccato un giorno di ferie. L'anno precedente eravamo stati soli soletti a Dublino, mentre questa volta, trovandoci a Roma, ci ponemmo una domanda: “ma cosa organizzerà mai una coppia di omosessuali italiani, in Italia il giorno del loro secondo anno di matrimonio ? “ Smossi da una debolezza umana, abbiamo sentito il bisogno di raggruppare per l'anniversario il nostro piccolo clan, per ricordarci che anche in uno Stato come quello italiano, dove io e mio marito siamo considerati nulla, dove la nostra relazione, il nostro progetto di invecchiare insieme è considerato zero, proprio qui dove siamo nati cresciuti e dove io pago ancora le tasse (e quindi lo stipendio ai tanti, troppi politici, che ci trattano come disagiati mentali da bullare), una certezza c'è: la famiglia.
Da quando due anni fa hanno preso un aereo fino a Dublino per aderire, supportare e festeggiare la nostra unione, i miei parenti con i suoi sono diventati la nostra famiglia. A onorare l'anniversario c'era anche un'altra famiglia: i nostri amici.
Aperitivo dalle 18.30 al Bistrot sotto casa, un locale dove regna una atmosfera edonista e chiacchiereccia.
Un' ora dopo eravamo tutti lì fuori a bere cocktails, mangiucchiare, ridere e scherzare. Chi come i nostri anziani genitori seduti ai tavoli di legno, chi appoggiato alle macchine parcheggiate, mentre i bambini giocavano a rincorrersi e a nascondersi tra gli invitati.
Sarà stata la serata settembrina che a Roma è un lusso, tiepida, ma non calda; sarà stata forse la Caipirinha o semplicemente l'amore tangibile, ma mentre li osservavo, ho avuto un moto di orgoglio. Guardo mio padre che ha lavorato tutta una vita e anche da pensionato non sta mai fermo e mi ricordo quando era stato forte e con i capelli scuri e mi faceva salire sulle sue spalle, che da piccolo erano enormi e comode. Vedo mia madre sorseggiare il suo analcolico e me la ricordo giovane e creativa, mentre mi cuciva l'abito di carnevale. Vedo le mie sorelle ormai più che adulte, con mariti e figli al seguito e me le ricordo vanitose e bellissime, alle prese con i loro flirt adolescenziali. E poi vedo mia nipote Michela con un pancione tondo di sette mesi: non posso crederci, io le cambiavo i pannolini, sul serio!
Poi un piccolo bacio su collo, mi riporta al nostro anniversario. È mio marito che mi dice “amore, vieni che facciamo l'annuncio”. Non si tratta di me ed Edu, ma riguarda un po' tutti. Edu si fa spazio tra gli invitati e con tono solenne comincia: “Amici e parenti un minuto di attenzione, c'è una novità: mia sorella Angelica aspetta un bambino! Quindi al più puro atto di ottimismo verso questo nostro vecchio mondo, all'amore che genera amore...Brindiamo!!!".  Il papà di Edu, anche se già lo sapeva, non ha trattenuto le lacrime, anche io lo sapevo, ma anche io come lui mi sono commosso lo stesso. Erano lacrime belle, leggere, di gioia.
Dicevo tra me e me, muovendo impercettibilmente le labbra: “è questa la nostra vita? Sono queste le nostre vite che per vivere si nutrono di condivisione e speranza?". E come mi succede spesso, una melodia, una canzone popolare prende corpo nella mia testa e mi aiuta a esprimere e a completare quel momento. Ecco sento entrare il pianoforte e dopo qualche accordo la voce di Jhon Lennon inizia:

Immagina non ci sia il paradiso...prova è facile. Nessun inferno sotto i piedi, sopra di noi solo il cielo. Immagina che la gente viva al presente. Immagina non ci siano paesi, non è difficile, niente per cui uccidere e morire e nessuna religione. 
Immagina che tutti
 vivano la loro vita in pace. Puoi dire che sono un sognatore, ma non sono il solo...
spero che ti unirai anche tu un giorno e che il mondo diventi uno.

Edu: non dimenticarlo, è stato il nostro anniversario il vero “Family day”. Sono i bambini che crescono e nasceranno dalle nostre sorelle e nipoti o quelli che adotteremo la vera “Forza Nuova”. Il resto sono solo paludi, eserciti di orchi, finta umanità alimentata da odio.
Tienilo bene a mente, tienilo a mente sempre amore mio!

martedì

CITAZIONI CITABILI REMIX VOL.2

Come ho già detto  Quì ( digitateci sopra) "Su indicazione di mio marito, ho raccolto una parte delle mie citazioni citabili e in puro stile Settimana enigmistica, vi ripropongo pari pari, mosso da uno spirito giocoso e mai presuntuoso. "
"Il lavoro grosso, è demolire i preconcetti, è far comprendere che non esiste una categoria, quella dei froci, ma esiste una sola categoria, quella umana, composta da un pò di tutto...trasversalmente e che etichette come etero, omo, trans, intersex e bisex, (sicuramente dimentico qualcuno) sono classificazioni che vanno bene per studi sociologici e per articoli di giornale, ma che quando si tratta di te, della tua famiglia, dell'amore che tu hai per loro e loro per te, tutto questo dividere, ragruppare, omologare, perde di significato”
(Alessandro Bentivegna)

“Per chi come me ha superato i quaranta, chi come me nel migliore dei casi ha ancora da vivere un po meno di quello che ha vissuto, chi come me, mi può capire... Può capire che la paura di vivere è un lusso che alla nostra età, non possiamo più permetterci”
(Alessandro Bentivegna)

“La vacanza per me è una concessione, un dono che la vita mi offre, quindi non la spreco, un tempo troppo prezioso per disperderlo tra litigate e lamentele, la mia scala di valori in vacanza ha delle priorità,  guardare con occhi disinteressati le cose tendenzialmente brutte e esaltare e trovare un significato poetico alle cose che mi piacciono, potenziarle e trasformarle in superlative... in vacanza inforco metaforicamente i miei occhiali con le lenti rosa e vedo tutto rosa”
(Alessandro Bentivegna)

“Le persone narcisiste e anche egocentriche mi sono sempre piaciute, ovviamente mi riferisco a individui dalla personalità complessa,  dove l'amor proprio fa leva sulla ricerca di una personalissima etica,  indissolubile da una personalissima estetica”
(Alessandro Bentivegna)

“E' giunto il momento di consigliare alle molte donne che pensavano bastasse avere un amico gay per essere alla moda, di guardarsi allo specchio! Vestirsi come Lady Gaga alle 8 di mattina per andare in ufficio, non è sempre il massimo”
(Alessandro Bentivegna)

“L'innamoramento è un propellente eccezionale, per combattere pregiudizi, intuire quale tipo di vita si vuole vivere e far vivere  a noi e al nostro partner, dietro ogni nuovo conflitto, c'è sempre una nuova risposta; è della qualità delle soluzioni, che si nutrono  consapevolezza  e dignità. Solo amando, possiamo sfidare la legge di gravità e tentare di elevarci”
(Alessandro Bentivegna)


“L'amore altro non è che una scelta, un esercizio di grazia e rigore, che deve renderci più belli fuori e dentro contemporaneamente e indissolubilmente”
(Alessandro Bentivegna)

"Non ci sono scelte giuste o sbagliate, ma solo scelte alle quali ci adeguiamo nel migliore dei modi"
(Alessandro Bentivegna)


“Per noi che non siamo credenti, il natale è semplicemente la festa della famiglia e famiglia per noi comprende un po tutto, i legami biologici, quelli affettivi ed elettivi"
(Alessandro Bentivegna)

“Quanti momenti, piccole consapevolezze, minuscule fratture con il passato abbiamo vissuto? ...Niente di traumatico, ma sono le piccole svolte sommate che detrminano l'autenticita’ della nostra esistenza….”
(Alessandro Bentivegna)

“Questa notte ho preso il suo pensiero amorevole, l'ho poggiato sulla spalla e ho dormito profondamente”
(Alessandro Bentivegna)

Basta, chiamarci solo gay...ma chiamateci anche adulti lavoratori italiani”
(Alessandro Bentivegna)

Non sempre il posto dove nasciamo, sara’ lo stesso dove vivremo o moriremo questo e’ certo”
(Alessandro Bentivegna)

"Penso che l'errore più grande che facciamo con le persone che ci sono vicine, sia quello di ritagliare una loro foto, metterla in un fondale e pensare che quella foto e quel fondale non cambieranno mai."
(Alessandro Bentivegna)